sabato 30 maggio 2009

SANGUE E RANCORE




Ti compiaci sulle mie labbra
che baci aperte in sorriso
e addossi il verde dei tuoi occhi impazienti
dentro i miei che attraversano
la tua apparenza.



Le mie lunghe dita sono in viaggio
e percorrono il mistero del tuo petto
quando il mio corpo morbido è disteso
accanto a quel dopo in cui ti sento riposare



e in quel silenzio di penombra e afa

statico istante greve
improvvisi annaspano i disperati pensieri.
Braccia sollevate verso appigli mobili
in aritmia che prende a circolare
in sangue e rancore.


Micol


venerdì 29 maggio 2009

D E N T R O



Collezione Privata
"Amantes 34" Acrilico Nicoletta Tomas Caravia


D E N T R O

Pioggia di baci sopra di me
indifesa e nuda senza riparo

dolcissimo battito a sfioro d'alito
su piccole labbra schiuse in sorriso

gocce di miele sulla mia pelle
ed invochi la luna con tutte le stelle

e l'intera mia notte è più profonda
quando - dentro - tutto circonda


Micol


giovedì 28 maggio 2009

La Poesia






La Poesia non è pazienza
E non è impazienza.
La Poesia non è scrivania
E tanto meno carta.
La Poesia è Speranza.
Amata o disamata
Produce gelo fuoco
E un certo vuoto
Nel quale uno si riconosce
E un altro fugge.
La Poesia non è lana
Per la testa fredda
E solo riscalda
La mano aperta.
La Poesia è un ponte
Che sta per cadere
E mai non cade.
La Poesia è in alto
E anche in basso
Dove crescono semi
Fiumi e vermi.


dal web

- anima doppia -




- anima doppia -


E d'altra parte intuisco che
la parentesi mi hai aperto
verso la luce
nel farmi da guida
a recuperati ricordi
tra sussurrate parole
e incanti sospesi
da gradi strinati
con appena un tocco
al trafitto destino

ma, non mi pesa
se questa era trasgressione
e se dalla macchia
io lo avevo carpito
come tempo mio infinito
in estasi di cuore
consacrato a bollare
il petto
per nutrire la pulsione
che nell'anima scatena
amore

e da pensiero restituito
al crepuscolo cercato
un flusso d'emozioni
m'è ritornato

marisa


05 Dec 2007


venerdì 22 maggio 2009

SPIRITO SULLA STRADA







N.d.A.


Ci tengo a riportare alla luce una poesia che ho nascosto per tanto tempo, a cui sono particolarmente legata perchè fu la pubblicazione d'esordio su un sito di scrittura: PAROLE IN FUGA.
Sito che fu "la culla" di molte di quelle persone con il quale ci accomunò la passione per la scrittura e per il verso libero.
Avvenne poi un proseguire in nome di un'esperienza che fu un pò scuola, un pò genitrice di questa volontà di elaborare quelle che per me sono piccole schegge di vita ed emozioni, volutamente autobiografiche.
Le radici non vanno dimenticate e a PIF va il mio affetto immutato nel tempo e delle cui esperienze, crescita e complicità non posso dimenticare.
Spirito nella strada fu ispirata in una sera di pioggia da pensieri di carta inumiditi da ricordi d'infanzia e vennero traslati da una tastiera, con molta... tanta insicurezza per darmi a battesimo come "poeta"!
Da qui cominciò la vita/virtuale di Micol e il suo mondo in:


RAPSODIE IN PAROLEPETALO.



§*§*§

Spirito sulla strada


Percorro le strade
di questa esistenza
con l'anima incompleta.

Rette parallele
in binari infiniti
nessuna fermata,
dove porteranno
non è dato sapere.

Spirito sulla strada
mi aggiro confusa e
contorta,
dolore e anima morta.

Perchè non vivo?
Sono spirito a metà,
dov'è mia madre?
dov'è mio padre?

Corro attraverso
tunnel di malinconia
spirito incantato
dal bagliore accecante
del ricordo
di quand'ero bambina.

Micol

Pubblicata sul sito Parole in Fuga.it
il 27/02/2005 - 00:04:11







*Non sarò la tua puttana*






Stringo banconote false arrotolate sopra la linea spezzata della vita, non raccoglierò, per liberare il cammino, ciottoli in posa in attesa di essere scalciati, loro insensati pensieri spensierati e solidi desideri infedeli.

Non sarò la tua puttana!!
Perché di soli petali attendo d’essere coperta e non dallo spasmo dentro l’incavo della tua mano.
Sarò quel fiore che hai calpestato di punta e riso beffardo, e offeso avrai dignità e orgoglio con l’irriverenza delle tue ansie placate.
Non ti accorgi nemmeno di avermi liquidata, col liquido delle mie stesse parole che chiedevano amore e sono invece scivolate in rivoli fino a lavare dentro la fine del mio ventre.
Riprenditi tutto quello che mai mi hai dato e potrai così quietare il tuo senso di colpa
da quando mi lasciasti dietro i rovi di cinta perchè non oltrepassassi il confine delle tue paure.
Ricordo che ti guardavo, te così inaccessibile, non ti domandasti nemmeno se io fossi ancora lì, nuda e perduta, spaurita e inaridita, livida dal freddo dei tuoi sentimenti assenti.
Fiato caldo confonde la memoria che straripa di te negandomi di perdonarti,
mentre sale un rimpianto che singhiozza in gola - se insinuo fra le gambe, la carezza del ricordo di quel brivido insano –che a rinascita mi fece gridare e sconvolse per sempre il mio corpo e la mia mente.

Micol

mercoledì 20 maggio 2009

OSTAGGIO /IDIOTA




Ostaggio
dentro lame di luci irreali
mi hanno mentito, ingannato
e tradito.
Rabbia e delusione
si muovono
nelle viscere contorte.
Mi offende il pensiero
che ancora non è finita:
quanto tempo ancora
dovrò vivere prigioniera?
Nella gola dell'anima
pianto due dita
toccandola, colpendola...
...e vaffanculo il cielo!
- mi libero convulsa -
vomitando sogni.

Micol





martedì 19 maggio 2009

MI HANNO RECENSITO:

Recensione di Pier Francesco Maiuri in arte Pecco.

(Tratto dal sito www.millestorie.it
Forum dedicato alle SCELTE DELLA REDAZIONE
Avvenuto il
19 Nov 2006 :  14:08:58)


"Oggi Vi parlerò di un'autrice che conoscete tutti molto bene.

Personalmente apprezzo molto le sue prose, ricche di sentimento e mai di sentimentalismo, emozionanti e vibranti.

Ma oggi voglio analizzare le sue poesie. Il titolo del mio topic (in cui ho immesso allitterazione, anafora, paronomasia e una sorta di ossimoro) è emblematico. Gli scritti di Micol sono ricchi di figure retoriche pure essendo, al tempo stesso, privi di retorica. Sono sempre delle piccole chicche, espresse in forma raffinata, mai urlata, anzi, spesso ermetica o simbolista, eppure dal grande valore comunicativo. Una scrittura che si abbina molto bene alla figuratività (non a caso Micol è pittrice), forse perché l'immagine riesce a compendiare la "patina" eterea.

Vado a fare degli esempi:


PIANOFORTE


Labbra rosse, spudorato colore

su gradazione di grigi a sfumare

e un volto di sensi, sotto un foulard di voile noire.

Fiori screziati, sfidano il riparo dalla pioggia

dentro lo scandire pesante e liquido

di drammatiche note che scendono giù

da un cielo-pianoforte.

La sua coda è agile, sembrano capelli

di donna innamorata in corsa lontano dal dolore.

Sopra il nastro d'asfalto nero e avorio

si rincorrono dita

e sguardo sullo spartito, non più preludio

di una musica che picchia delirante

tacchi lucidi di lacrime.



In questa poesia innanzitutto c'è una grande attenzione all'uso del colore (si evince che l'autrice è anche pittrice): molto bello, a questo proposito il chiasmo iniziale (labbra rosse, spudorato colore). I grigi che sfumano danno l'idea di una metafora-allegoria: probabilmente al contempo è qualcos'altro che sfuma nella vita della donna. Il "volto di sensi" è un'immagine poetica che al suo interno contiene anche un accenno di metonimia/sineddoche. Il doppio, anzi, triplo francesismo successivo conferisce ulteriore raffinatezza alla descrizione. La virgola dopo "screziati" ferma l'immagine su quei fiori; in grammatica tra soggetto e verbo, se consecutivi, non dovrebbe esservi punteggiatura, ma l'espediente poetico riesce ad evidenziare il ruolo dei fiori: dopo la pausa nella lettura, infatti, lo "spiccano"... spicca ancora di più. C'è poi un'altra metafora-allegoria. quella della pioggia, chiamata sia col suo nome, sia con la locuzione più volutamente incisiva: "scandire pesante e liquido". Molto riuscito anche l'accostamento tra la coda del pianoforte e quella della donna innamorata in corsa lontano dal dolore. Gli ultimi cinque versi fano da degno corollario all'intera poesia: di nuovo l'accostamento tra la musica del pianoforte e quella dell'amore, di nuovo l'insistenza dolorosa che se da una parte arriva arriva al delirio, dall'altra, parallelamente e quasi simmetricamente, arriva alle lacrime che chiudono la composizione.



VENDEMMIA

Mani vuote attendono vendemmia
tra gli aggrovigliati tralci
dei nostri sospirati abbracci,
l'orma affonda, passaggio su zolle settembrine,
nel terreno pregno da diluvi d'incessante cielo.

Scalzata dai sandali correrò verso un solo tramonto,
sotto pergolati mesti del perduto frutto
ad ammostare con piedi vivaci liquido rubino
sollevando la gonna sopra lo specchio dei tuoi occhi.

Fermenterà il tempo dell'attesa
sulle stagioni che spogliano la vite
per accogliere, dentro letto di cristallo,
quel che fra le labbra serravo bruno acino
e mi offrirai dalle tue, calice colmo di dolce vino.




ENCAUSTO

Nella dinamica esistenziale
dell'alchimia emozionale
l'empatica rivelazione
di émpito tracima

diluirò psicogenesi dentro fusa cera
e nell'intrinseco calore trasfigurerò
rimembranza su immortale encausto.




DELL'ADDIO IGNARI

Mi allungo ombra verticale
a segnare meridiane d'argilla
sorretta da colonna di vertebre
e incoscienza.

Sull'abaco della memoria
conterò le orme circolari
dei miei sorrisi nel sonno
e dell'addio ignari.

Io dolcemente li generai
affidandoli all'oblio
perché fossero cullati
in grembo a Cassiopea.




UN SENSO (presa in prestito altrove, n.d.r.)


Quando la maturazione delle coincidenze
passerà il turno alla probabilità di riuscita
dell'azzardato gioco,
incontrerò i tuoi occhi complici
sorridere increduli dentro ai miei
e gusterò le tue vive parole,
agrumi sanguigni, per deliziarmi.

Solo allora potrò dare un senso
all'assenza e al pianto che si allarga
tra verde feltro e semi rossi e neri
da una mano bara lanciati
in questa assurda partita
delle contraddizioni.



Qui i sogni e/o la speranza nel futuro colorano una realtà incolore, o aiutano a sopportare quei colori troppo accesi (il rosso e il nero) o spiazzanti (il verde feltro) facendo auspicare che vi sia una "provvidenza" nella tortuosità del cammino, così irto appunto di contraddizioni, assenza, pianto. E non a caso per l'appagamento non vi sarà bisogno di costruzioni sfavillanti, di una Paradise road intrisa di gioielli o esperienze estreme, ma basterà appagare i bisogni primordiali: il gusto e insieme l'udito (riuscitissima la sinestesia!), deliziati da parole aranci(oni), e la vista, che non a caso incrocia altra vista (gli occhi che sorridono, anche qui l'espressione lascia il segno): dunque i sensi che diventano... il "senso" oggetto della poesia e, addolciti, addolciscono la malinconia."

Pecco

********

AUTO_REGGENTE





image Luis Royo

Reggo alla nostalgia di te
al desiderio delle tue labbra immorali sulle mie,
che scendono ad incorniciare la croce sul mio petto.
Reggo nutrendomi del miele di agrumi e asfodelo
che ho intinto tra le dita in in_colpevole rapire
di quella visione del tuo corpo disteso,
muto e perfetto.
Mi muovo sul sentiero che accompagna al sublime
sul breve ricciolo d’ombra che sembra voler cedere,
tracimato e sfinito dall’umida follia.
Io reggo tenendo palmi aperti sui fianchi,
verticale sopra i tacchi,
la testa addossata alla parete di un comune desiderio.
Oh!Bambino mio!
Ti abbraccerò con gli occhi e lascerò
che la carezza scenda dove l’inguine geme,
lasciando fremere lo spicchio di luna di bianca coscia,
appena sopra la curva trasparente dell’autoreggente
e sognandoti dentro me
aprirò la soglia all’essenza cancellando la distanza.

Micol

31 Aug 2007 :  23:35:35


CON LE DITA SEGNI IL SOSPIRO




image Luis Royo

Le tue parole
scivolano in tessuto di sensi
sul mio corpo divenuto irreale
dentro un cerchio di tempo
fattosi goccia.
S’allunga densa la fuga
dilatando e contraendo,
gonfiando vele
sotto impetuoso vento.
Palato e lingua
leccano e gustano il ventre
d’armonico sesso e sentimento
invischiato d'umori ed esperienza
dove l’alta marea ti raggiunge…
ed è allora
che con le dita segni il sospiro
con le labbra accendi il fuoco
piegandomi senza più coscienza
nella voglia che ho di te…
solo di te.

Micol


29/04/07

lunedì 18 maggio 2009

Pugni di stelle


Vorrei che per un attimo ti sostituissi a Dio,

le tue mani cogliessero pugni di stelle
e soffiato il tuo respiro caldo su di esse
sul cielo tracciassero lucenti solo per me:
ANCORA TI PENSO




OVUNQUE FUORI DAL MONDO

Anywhere out of the world







Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare,

dall'alternare placido delle correnti,

alla velocità di minima discesa

per planare all'infinito

sulla linea di fuga di un cielo sospeso,

come aliante in volo,

ovunque fuori dal mondo.

Micol



Corde d'Arpa















per gentile concessione foto Marco Cinque


Attendo che un palpito
riporti l'armonica emozione
di note compiute

fino ad allora
racchiuderò tra palmi gentili
poesia assetata di tepore

che emergere vuole
al suono di raggi di sole
come corde d'arpa

vibranti d'anima


Micol

Adesso





Aquiloni dispersi in soliloqui
dentro la ionosfera
della dimenticanza.

Sopravvissuta agli echi
d'abnegazione incombente.

Aperte le paratìe sotterranee
falla d'acqua e amore
percuote fino a sommergermi.

Senza respiro, arrendevole
mi lascio trasportare
dalla corrente
che l'immagine mia trasfigura.

Dentro un mare deltaplano,
imbragata mi lascerò sollevare:
sono pronta a volare...

...Adesso!


Micol


millestorie- 02 Jun 2006 :  19:45:31

domenica 17 maggio 2009

NON SPARATE SUL PIANISTA





NON SPARATE SUL PIANISTA

Non c’è nessuno a cui posso raccontare la malinconia che mi assale,
gli amici vanno, inseguendosi nel traffico della città mentre io, sto qui china davanti al mio bicchiere colmo di perplessi
desideri riflessi, sopra specchi ingigantiti da occhi appannati.
A chi racconterò del mio cuore che sbanda in curva e vigile in controsterzo, con grande sforzo, cerco di ricondurlo per puro istinto di sopravvivenza dentro il rettilineo?
Non dirò più “ti amo!” con il trasporto del sorriso dei sogni allargati dentro un abbraccio caldo di sana e immaginifica follia.
Non c’è nessuno per dividere la lacrima sul piattino accanto al conto
ed il resto?
Lo lasciamo ad inceppare la lancetta che cammina sotto il dettato del tempo maestro, come mancia per il corretto servizio.
Ora che tutti sono via e sono sola con la mia malinconia, tiro su il bavero, indosso il cappello e mi volto un’ultima volta prima d’andar via.
Che strazio sentire ora quelle note che sfumano in un blues d'ebano e giada mentre fuori piove, mentre si bagna la mia anima.
Per favore non sparate sul pianista!
Suona con passione e sa vivere di qualche illusione, forse fuma e lavora troppo, ma ha stivali consumati perchè ha calpestato molte strade.
In ogni angolo nascosto ha amato una donna. Ha annodato coi suoi respiri lunghi capelli, per poi fuggire via lontano in cerca di un'altra avventura.
Suona il suo pianoforte con l'anima a brandelli, perchè sente ancora il pianto di una donna che non riesce a dimenticarlo.
Non sparate sul pianista... chiedetegli piuttosto d'improvvisare, sarà lui, con il suo sorriso ad uccidervi.
Ho incontrato molti angeli nei miei giorni confusi ed inconcludenti, ma nessuno come lui, che cadendo nel regno degli uomini, della punta delle sue ali ne facesse penne per scrivere musica e poesia.

Micol





- 03 Jan 2008 : 21:53:17

IL DESTINO DELL'OMBRA



Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.
A. Merini






IL DESTINO DELL'OMBRA

Non ti so dire se il salto nel buio mi abbia disorientato di più nel momento in cui ho deciso di seguirti in sentieri avventurosi o dopo, quando ho sentito d’aver perso ogni percezione spazio temporale e di essermi trovata in bilico fra il precipizio e il cielo.
Goffi salti e non più voli, talvolta così penosi da piegarmi le caviglie mi facevano sentire così patetica e schiava in un ruolo che annientava la mia identità.
Improvvisamente non mi riconoscevo, improvvisamente mi rendevo conto di assomigliarti sempre di più giorno dopo giorno, mentre seguitavo a camminare a tre passi dietro di te, come ombra.
Sì,anima dolce, perché ho il destino dell’ombra.
Utile ed inutile al contempo.
Quanti fanno mai caso alla propria ombra?
Tu ci fai mai caso alla tua? Se essa ti è accanto al tuo fianco mentre cammini, o ti appare alle spalle, oppure ti precede lunga e scura?
Le persone sole stanno sempre attente che la propria ombra non le abbandoni mai.
Si sentono sicure e protette quando questa le è accanto.
Non ti so dire se è stato proprio allora, quando ho scoperto che fra i miei passi diventava sempre più sottile la proiezione dell’ombra, che prima forte e sicura mi teneva il passo, che ho avuto veramente paura di perderti. Tanta paura d'aver voluto esorcizzarla perdendo me stessa da noi.
Mi sono sentita orfana e disperata allora ho valutato il suicidio dell’anima, gettandomi nel buio.
Quindi sono saltata giù, dal piano solido del mio amore per te, non ho voluto nemmeno attendere o accertarmi che tu provassi ad allungare una mano per salvarmi.
Non ho nemmeno atteso di donarti il mio ultimo sorriso.
Cadere è un volo inverso, terribile, spaventoso.
Ci sono attimi che non hai ricordi tanto fa paura il senso di vuoto e sale il dolore, l’angoscia, il senso di morte.
Avrei voglia di strapparmi i capelli, mentre attenta attraverso i marciapiedi abitudinari con espressione ibrida di contentezza e svagatezza sul volto, quando invece non ho più terra sotto i piedi.
Ma loro non lo sanno, nessuno lo sa, forse tu te lo domandi, non posso saperlo, solo illudermi che ancora tu ti chieda di me.
Forse non ricordi nemmeno più il mio nome.
Certe notti sogno d’essere impigliata fra i rami di un bosco tetro, ho freddo e grido il tuo nome, ma non mi esce alcun suono dalla gola, solo un gemito infantile e tragico intrappolato dentro.
La tua assenza, l’aver scelto di perderti è un continuo rumore di catene che mi ossessiona, tutto questo mentre cado giù nella notte più cupa fino a scomparire.
Perché io ho il destino dell’ombra e anche un’ombra per esistere ha bisogno della propria Luce.
Tu sei la fonte che illumina il mio cammino. Senza di te non esisterò più.

Micol

Libera dai lacci

Dedicata a:




Libera dal catrame
che incollava le suole
ho sciolto i lacci
ora ritorno a volare


Mic

millestorie Posted - 31 May 2006 :  18:37:01

SALINA COMPRENSIONE

SALINA COMPRENSIONE

Ora che il vento s'alza
a liberare il tempo
oso cantare come sirene
di sotterranei anfratti

dalla marea lambite le sponde
della mia esistenza
trascinati i detriti
da confine a confine
per oltrepassare i miei occhi
e posarsi sulle nude spalle
bagnate di salina comprensione

può il mare alzarsi dentro di me?
infrangere argini e superare scogli?
può il mio amore essere dolore
che buca fondale sabbioso
in perpetuo scavare e ricoprirsi
chiudendosi sopra senza mai rimarginare?

Marea che ti alzi
sopra correnti sotterranee
conducimi a sprofondare
nel mistero di ciò che strugge

dopo di lui solo la morte
a spiegare questo tramonto
dopo di lui ceneri di parole
confusione e tempesta

alta marea ad annegare
perchè non so nuotare
ed è così lontano
da raggiungere ciò che bramo

bassa marea a riportare
corpi arenati avvinghiati
nell'estremo bisogno di essere
nell'amniotico liquido
che l'oltre ha vissuto
e sotto l'urto
come marea s'alza violenta
contro il cielo
per restituire a nuova vita

Millestorie  - Micol on 23 May 2006 08:30:25
partecipante al:
SECONDO WEEK END POETICO

Dall'Incipit:


E' COME UNA MAREA. P.Neruda

"......Acqua delle risacche sulle vecchie orme,
sulle vecchie tracce, sulle vecchie cose,
acqua delle risacche che dalle stelle
s'apre come una rosa immensa,
acqua che va avanzando sulle spiagge come
una mano ardita sotto una veste,
acqua che s'inoltra in mezzo alle scogliere..."

Vertigine

VERTIGINE

L’ombra che lascia il sorriso
ha mutato oggi il mio viso

forse è l’età
se il piano retto della realtà

una vertigine ha fatto volteggiare
e non sono riuscita più ad arginare
la corrente in piena di quel che è stato
e quanto di me è tracimato


inaridita dall’ impietoso vigore
d'improbabili traiettorie d’amore

il dado ad alta quota ho lanciato
ma l’immensità mai più ha ricompensato

Micol



millestorie
23 May 2006 11:12:29

IL FU MILLESTORIE.IT

Vorrei poter scrivere due parole sul ben servito che ci è stato riservato dal proprietario/gestore ESIMIO SIG. SERGIO ZANOLETTI sia a me di cui ero investita della carica di Amministratrice del Sito e di buona parte della redazione eccetto due che a quanto dire dal suddetto sono evidentemente in linea con le sue vedute "culturali".
Dopo anni di impegno, ricerca, attenzione, lavoro... esattamente lavoro. Perchè dietro la gestione di un sito virtuale di letteratura (mi ostino a chiamarlo ancora così) c'è una buona dose di lavoro e di ricerca.
Dopo che fino a due giorni fa telefonicamente mi si confermava e rinnovava la fiducia per essere sempre presente (nelle sue lunghe e interminabili assenze) per la gestione e la cura ecco un bel Grazie da parte del Patron Millestorie:


Mi dispiace molto,
Sono consapevole di quanto questa mia decisione possa pesare, ma davvero non ho altra scelta.
Tu sei legata nel bene e nel male a questa gestione. Il tuo equilibrio non è bastato a imprimere a millestorie la svolta che volevo ed ora ho bisogno di un segno evidente di rottura con il passato.
Non c'è nulla di personale: ogni stagione ha bisogno dei suoi protagonisti. La prossima stagione di millestorie dovrà avere protagonisti nuovi. Non è questione di errori. Ho bisogno di un segnale forte...e questo era l'unico modo per darlo!

Per questo ho deciso che tutte le opere, commenti e interventi a mio nome o nick, verranno postati qui.
Forse ci sarà un pò di confusione ma è ciò che devo fare per allontanarmi definitivamente da un luogo che nonostante abbia avuto il mio affetto oggi appare un luogo a me completamente ostile ed estraneo
.

Micol /DS

martedì 12 maggio 2009

Maestro estemporaneo





Gli spartiti vuoti della tua agenda
riempili con la mia iniziale.

Ascolta la nota greve di cui è piena
falla rimbalzare tra tasti e pareti.
Eco di promesse s'allargano fin l'alto    
dei soffitti bianchi.
Bianco che attende
d'essere sporcato a colori.
Radici, arterie, asfalto
e canali di comunicazione interrotta
gravano su spalle dolenti e tu
maestro estemporaneo
sei inciso a calcio sulla corteccia
che veste il tronco della quercia secolare.
Mi allungo verso un cielo mimetizzato
in rondini e stelle
diramando rami come mani
a gesticolare aerobiche e mimiche figure.
Forse scorgerai segnali di fumo.
Ergiti sopra l'alta cima di montagna
e  solleva lo sguardo sul mondo.
Ancora più su molto vicino alle nuvole
incita ed eccita le muse che hai imbavagliato
dirigi la tua sinfonia spiegando le lunghe braccia
come ali in estremità d'elegante movenza le tue mani.
Se è al silenzio che aspiri
immergiti solo per ascoltare e filtrare musica.
Ascolta.
Ascolta il vento che investe e sospinge.
Ascolta il mare che sovrasta con le sue maree.
Segui il ritmo e la forza.
Il respiro.
Il Ritmo.                                                         
La forza.

[Dissetati della mia Energia]

Piangi e ridi con me di quel che rinneghi
perchè sai d'essere l'Uno Unico nell'Universo.
Musico Pagliaccio dagli occhi languidi
ho visto dentro il tuo cuore l'Assolo concepire musica
e ne ho fatto il mio frutto proibito.
Ora mi è figlio.
Angelo Divino. Cascata pura di note delicate
fammi piangere si, ma di bellezza!

Micol


(1° stesura)

mercoledì 6 maggio 2009

Brucio pur rimanendo illesa

Ho strappato tutte quelle fotografie
espressioni di una di me così lontana

-ora-

offese dalla lama d’una candela
ho visto incendiarsi parti in dettaglio
e definizione e continuo a sussurrare
sommessa e dimessa:

- quella ero io -
[ero io]

Ho assistito i miei denti ripiegarsi
nel bigio di quella cenere
che andava a sgretolarsi
in grotteschi sorrisi.

Ho tentato di trovare somiglianza
in quelle pupille azzurrate
dai fuochi fatui d'altra vita,
distacco adagio la visuale
e squadro abiti ritirarsi
sotto il capriccio della fiamma.
 
Ardo ma non fa male.

E' maggiore il danno
per la tua comparsa a ridosso del telo bianco
dove venisti proiettato in tutta la tua bellezza
e cosa fu poi se non lo strappo gratuito
dell'incomprensione e
di quell'impassibilità che schernisce i suoni
del numero che divenni e che più chiamerai.

Quanta afflizione accompagna
il suo braccio intorno alle spalle
in nuvola di polvere d'antiche rimembranze
e sul pavimento la cera s’allarga adagio
mentr’io la guardo rapprendersi.
Solidificata ha ceduto la trasparenza,
perchè diventasse impenetrabile giungere all'anima
e la fiamma cortese danza sotto i miei piedi scalzi

e io brucio pur rimanendo illesa.


Micol - con l'amorevole partecipazione di Marisa

Silenzio Fecondo





Poesia

è l'amplesso

tra il silenzio fecondo

e la fluida passione

della voce del profondo

Micol