venerdì 26 novembre 2010

Già fatta adattare nel mio sopravvivere






Ed era elementare conversare d’accordo
addirittura fuori mano
legate da grandissimo richiamo
mai detto privilegio
per onestà e rispetto 
nella reale evidenza
di trovarsi tutt’e due autonome e compatte 
anche nel non piacere
e fare festa a questo punto e in quel momento  
mentre la caritatevole continuità 
attribuiva impulsi e simboli 
e dall’abbinamento usciva l’unitarietà
fino alla morte, al di là dell’infinito 
e del tempo  
e mi si pretendeva distacco 
ripeteva l’affine
quando le sigarette si allargavano  
nel portacenere di vetro 
ed io ironizzando non protestavo
e se l’ambiente si faceva irrespirabile  
di tanto in tanto 
rispondevo con un sorriso 

Marisa

 



un regalo di Marisa
dedicata alla nostra amicizia




 

mercoledì 20 ottobre 2010

L'INVIDIA - ZAFON -



 



L’invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato. Fortunato colui al quale latrano i cretini, perché la sua anima non apparterrà mai a loro.
 




[Il gioco dell’angelo, Carlos Ruin Zafon]

mercoledì 13 ottobre 2010

DUE/ Irene Némirovsky


"Un marito e una moglie non vedono i lineamenti l'uno dell'altro, non compiono quel lavoro mentale che consiste nel paragonare di continuo l'immagine rimasta nella memoria e quella che hanno davanti agli occhi in quel preciso momento. Guardano il sorriso e non il disegno della bocca, l'espressione e non la forma degli occhi, e questo per dieci, quindici anni... Poi, a un tratto, una sera, una sera come le altre, lui legge, lei cuce, e uno dei due alza gli occhi; l'altro, sentendo quello sguardo su di sè, forse domanderà: "Che c'è? Che hai?". Il primo risponderà: "Niente", oppure "Ti amo", o qualcosa di altrettanto automatico, ma in realtà, per un attimo, l'uomo o la donna hanno realmente visto, e a volte hanno dovuto fare un impercettibile sforzo per riconoscerlo, il volto di chi condivide la loro vita."


Irène Némirovsky "Due"

lunedì 11 ottobre 2010

Prendersi cura dell'iride e del pensiero chiudendo la bocca




Preferisce fare finta
di non aprire bocca
posporre
tra i muri della casupola
schiava d’un codice maschio
Vuole resistere
a quella autonomia che nemmeno uno
le ha suggerito
spoglia di veli
priva di rughe nel cuore
Desidera mietere la realtà
che procede dalla finestrella
mentre sta lì a immaginare
e gridare a tutti
il disappunto
il disordine
la fiducia smarrita
la stanchezza di quel superuomo distante
che l’accompagna dal cielo
e s’addolora in silenzio
Aspetta di lottare
fare sogni
setacciare
e volere bene
che un amore a piedi senza calze né scarpe
la prenda tra le braccia
perché là
l’apparenza é perdita
la sofferenza é la risposta
e la soluzione
é il vuoto

Marisa

da te a me
~
da me a te


L'alba di ogni nuovo giorno
viene a tendere l'orecchio
sull'esempio delle promesse mantenute
che rinnovano il senso del compito leggero
senza che le nostre bocche
necessariamente pronuncino
ma lasciamo alle nostre anime
di tenersi strette a quel nodo
per vederci legate danzare su
cieli di carta e nuvole sillabe
scrivendodinoi
intingendo in calamai d'acqua piovana
quei venerdì in corsivo inclinato

Grazie
Micol



 

domenica 26 settembre 2010

MANDAMI UNA FOTOGRAFIA - Anna Buoninsegni




Mandami una fotografia
perché non ho piú nascita
essendo tutta nel contrario di te



sei apparso
con un berretto d’inverno nevicato
e sono stata betulla d’estate
e verde intrepido



stagione del cielo
al mio fianco sempre



spedisci una fotografia
al luogo piú solitario di te
dove sto in silenzio
avendo già rischiato ciò che non passa



avanzo compita composta
clandestina
troppo piena di te da essere
perforata a ogni tuo incedere
d’amore



 



Anna Buoninsegni 
Ad occhi aperti



Crocetti Editore 2005

 



Notizie sull’autore:
Anna Buoninsegni è nata a Gubbio, in Umbria. Poeta, giornalista, si occupa degli aspetti multimediali della comunicazione. Ha pubblicato Pagine dal mare, otto racconti surreali (Arnaud 1989), e la raccolta di versi Itinera (Arnaud 1992). La stanza di Anna è del 1997. 



 

martedì 31 agosto 2010

ESILIO NELLA TRISTEZZA







Manca qualcosa, quel qualcosa che pesa dentro.
Manca la luce in una stanza illuminata,
manca l'aria fuori nella notte.
Cerco intorno a me ma quel che cerco non c'è.
Dov'è ora la costruzione di quegli attimi? 
Quando tutto era tondo e il cerchio perfetto.
Centrifughe d'arredi cadono in contusioni
e fogli inchiostrati di parole su parole,
correzioni mai fatte solo pensate
corrono sulle pareti delle mie prigioni 
gridano dai davanzali la mia libertà negata.
Finestre serrate. Porte chiuse.
Dall'altra parte voce che mi esilia nella tristezza.

Micol©



 

giovedì 12 agosto 2010

Trasgredendo tolgo il freno




Soffio tra gocce di pianto

temporeggiando come fossi insensibile
e dichiaro disappunto rispolverando minuti
nell'imprimere ricordi di stele nello spirito

e vi é questo batticuore che sovraccarica

un dissidente desiderio di pioggia che piomba

Accorcio, frettolosa, il tempo 
scrutando nella notte
mentre parlo di incompletezza al vento
e trascinandomi tra fogli bianchi
mi arrotolo in altra stella
che cade 

Marisa

... semplicemente dedicatami!
grazie fatina!
(tvbttt)




 

martedì 13 luglio 2010

TRE CANDELINE




Profumi di sole ed essenze marine
Principessina Sirena
e sei padroncina incontrastata
al Castello Estivo delle Fate.
Presto sarà domani e il Grande Ballo si organizzerà,
suona già l'orchestra per la Tua Festa,
ed è tutto un gran da fare
è pur stata nominata una Giuria
per chiamare a Corte il Migliore dei Pasticcieri
una magnifica Torta si deve decorare per festeggiare.
Una nuvola d'organza per vestirti di rasi infiocchettati va cucita,
un parco di palloncini colorati e tanto spazio va fatto
per ricevere tanti bellissimi regali.
Ancora una notte Piccola Stella... ancora una notte
nell'attesa con il tuo piccolo dito accendera stelline
e domani soffierai su tre candeline.

MicolD*

martedì 1 giugno 2010

Nidificati affetti

Tenebra e Vento del Silenzio
taciano la bocca
perchè io non faccia o dica
in questo di me perduto senno
e di pazzia e tristezza
bevo dal calice che mi viene offerto.
Nulla che io possa dire o fare
ricondurrà il sogno dei verdi giardini
e dell'attesa illudo il tempo
e quelle poche
rughe che commuovono gli occhi
liquidi sopra il vitreo sguardo.
Ancora la morte bussa
alla porta come fosse ormai famigliare
come se ad Essa ci si debba abituare
e vigile veglia sulla
debolezza umana.
Ancora la morte è puzzo di membra piagate
prende la gola a bruciare d'afrore e fiori
abbatte sadica ramo dal mio albero
incurante dei nidificati affetti, senza pietà sull'amore.

MicolD*

sabato 15 maggio 2010

Margherita




Fu sacrificata una margherita, ad uno ad uno cadevano i petali,
l'ultimo disse "T'Ama" e la donna rimase immobile in un tempo
indefinito sospesa a sospirare.
Poi il petalo fra le sue mani le parve così solo e lo mise fra
le pagine di un libro per trovare compagnia fra le parole.
Un libro anomalo. Mai era stato scritto Fine e mai lo sarà.


elucubrazioni notturne by Micol

Legami le mani



Antoniazza Arte - Numero IX




Richiama a te tutti i Venti della Notte
scoperchiando  vaso di Pandora.
Soffieranno forte da ogni direzione
liberando l'alito del Tuo respiro.
Abrade la mia pelle
fine sabbia del deserto
Tu che arido non sei e mai sarai
gonfi vele per navigare
in questo mare che ho di Te.
Slegami le mani.

Micol©




sabato 1 maggio 2010

Io Sono FolLe




IO SONO FOLLE, FOLLE




Io sono folle, folle, folle di amore per te.
Io gemo di tenerezza perché sono folle,
folle, perché ti ho perduto.
Stamane il mattino era sì caldo
che a me dettava questa confusione,
ma io ero malata di tormento
ero malata di tua perdizione.
 



Alda Merini

Senza più progetti




 



Sono divenuta un cassetto vuoto di progetti
ed unghie corte per non inciampar sui tasti.
Rumino cewingum per l'isterismo e apparenza
ed appartenenza, appartengono a quel codice genetico
ladro di possibilità in addebito. Sulla misura della disillusione,
oltrepasso i bordi freddi della tazza di ferrosmalto rosso
dove ha pieno la noncuranza e la lentezza occupa
lo spazio semi ellitico di un'altalena, che ciondola
a sorridermi sotto le natiche di un falso giorno, cadenzando
sullo stesso asse la curva stridente dal suono d' ingranaggi
da lubrificare. Si ripetono sui fianchi i riflessi di pochi grammi
di mani che incartai incapace d'afferrarle, ma che scombinarono l'aria
e tutto il resto intorno. L'orto di mio padre è gravido di frutti,
sputa ciuffi d'erba da zolle umide di terra, non assecondava
il desiderio sui giardini zen quei ciottoli di fiume tra filari sulfurei
di verderame e buche da scavare per stanare lombrichi.

Micol©Poesia

 

lunedì 19 aprile 2010

Sputando fumo.


Questo avanzare sui misteri, sfogliando libri aperti senza finale
e tavoli apparecchiati dalla sera prima di posate/posate sopra piatti sporchi.
Sottofondo d'interno, la televisione trasmette un film fuori programma
sorrido, piango qualche volta impreco, con due occhi immobili di vetro
e due dietro la testa che cercano qualcosa che hanno perduto.
Non trovano mai quel che han perduto.
Dalla cattedra lo chiamano passato, gli hanno dato una coniugazione,
un tempo, una collocazione.
Professore non ho studiato, forse è per questo che cerco un altro indirizzo,
una via sconosciuta, dove un volto sulla porta indossa una giacca di pelle
aspira avido il mio ricordo sputando fumo.


Micol©Poesia


^Å^

giovedì 8 aprile 2010

BLUES ~ J.K.




Parte delle stelle mattutine
La luna e la posta
L'insaziabile X, il dolore delirante,
- la luna Sittle La
Pottle, teh, teh, teh, -
I poeti in vecchie stanze gufose
~
che scrivono curvi parole
sanno che le parole furono inventate
perché il nulla era nulla
Usando le parole, usate le parole,
le X e gli spazi vuoti
E la pagina bianca dell'Imperatore
E l'ultimo dei Tori
Prima che la primavera si metta in moto
Sono una montagna di nulla
di cui volenti o nolenti disponiamo
Così di notte contratteremo
nel mercato delle parole

Jack Kerouac


 




Voglio essere considerato un poeta jazz che suona un lungo blues in una jam session d'una domenica pomeriggio.
J. Kerouac


 

lunedì 29 marzo 2010

Il cielo questa mattina


Il cielo questa mattina
è una lastra di metallo,
i capelli non sono in piega
e ho uno strano sapore di ruggine
intanto che le porte sbattono
spinte dal vento di un marzo leso.
Forse è per via del materasso
che non regge più il peso
dei miei sogni caduti dal tetto
se il reggiseno si è sganciato
per la fuga del mio_cardio
minacciato da un'extrasistole sinistra.
L'espressione s'allunga
su un'immagine di vene emorragiche,
d'attrazione oscillante dal davanzale
e progetto ogni giorno la mia morte
ma non mi metto d'accordo con Dio.

Micol©poesia2010


waiting...



Poeta per caso


 




 





Il silenzio ha tarpato le ali alla Presenza,
Musa che mi penetrava di Luce ed Elegia.
Rimangono poche parole, cerchi concentrici
sullo specchio di Lago. Effetto di un sasso
lanciato nel profondo del mio abisso.
Effetto dato Dalla Nobile Mano ritratta,
schiena voltata di cammino a ritroso.

~
Rinnegare il mio volto, la mia voce,
quelle nostre parole - parole nostre...
l'indifferenza ha liberato la tasca dal peso
e vai indossando abiti nuovi da raccontare,
asole e cerniere da liberare e abbottonare,
fra sfrontati innamoramenti e fuochi fatui
di parole sempre uguali di poeta per caso.

Micol

 



martedì 23 marzo 2010

Dissolvenza



La mia Musa, la mia Arte
tutto quanto sprecato.
Andato.
Barattoli di colori senza più vita
colori amorfi essicati dal tempo
e dalla mia noncuranza
Portranno gli arcobaleni perdonare
per averli lasciati perire?
Pigmenti inariditi come deserto.
La mia Arte
la mai povera Arte
Figlia di ore creative
ora muore di sete.
Disidratato è il percepire,
anestetizzata la Poesia
soffocata da un vento di levante
che toglie il respiro, indebolisce la volontà.
Mentre tutto intorno a me pare svanire:
io muoio, sfocato ritratto
dissolvenza sopra tela bianca
d'accecante sole

Micol

mercoledì 17 marzo 2010

TROVARE

Il mio linguaggio è semplice
per chi ha voglia di ascoltare
- "buone nuove!! " -
grida il garzone in strada
annunciando la notizia
Ho gesti semplici,
per chi vuole guardare,
non confondere l'incrocio
e scegli la giusta strada
e vai là dove sai di trovare
ciò che cerchi su quel che di me
ho fatto innesto
Micol

martedì 16 marzo 2010

ROSE BLANCHE




Je sens la tristesse
des pétales blancs
dans le vase transparent
sans l'eau qu'il fait limpide
la réflet du matin.

Micòl

giovedì 11 marzo 2010

FALO' DI PAROLE




Il fumo brucia in gola, falò di parole.
Serratura in doppia mandata
fuori di qui vive la bellezza.
Verità nascoste in seno alla debolezza
incartano nostalgia nel buio della stanza
come candele consumate  nell'attesa della luce
io mi spengo in questo silenzio avaro di Te.

Micol

domenica 7 marzo 2010

Senza titolo 29


Parla questa lacrima, rotola per cadere
Perla sul mio viso che cade con essa
scivola il rimmel scrivendomi addosso
parole che l'anima ha trattenuto a lungo
e di nero asfalto sono le strade
percorso di collo ed anse di colline
i miei seni torniti.
Come potrei rinunciare alla bellezza?




sabato 6 marzo 2010

PENELOPE SCALZA




Oggi è un buon giorno per ritornare
ad aprire sipari sulla polvere del mondo
filtrare luce ferendo gli occhi
scostare quel tanto che dice parole
righe di pulviscolo come cerniere scese sulla pelle
e vibra suono emesso dalle corde tese dei capelli
allacci d'abbracci stretti da nastri trasparenti
da capo e coda nati per esser sciolti
da mani incorporee.
Vibra l'ala, il fiato e la carne sul bacio nascosto
dietro la finestra, quel vetro sirena con potere
d'incanto, col canto d'amore e morte che
mi richiama sui vapori densi che infestano
la ragione succube d'oblio senza fine.
Tremo di pena mio Nessuno.
Cammino su petali di vetro che separava
io Penelope scalza.

Micol©poesia

lunedì 1 marzo 2010

Piedi nudi



 
Si confusero le parole, s'ingarbugliarono sul filo allentato,
non avevo capito, oppure si, il volo che presero le bolle di sapone
sopra il parco dei divertimenti. Ero una giovane donna triste,
sono oggi la pazienza della madre che guarda al figlio
il piede che cresce
e diventi grande un giorno sull'altro sempre di più cresci
senza andare mai via
e irraggiungibile diventi dall'acuto che esala fino alla fine
l'aria che riempiva polmoni il mio requiem.
Parole non premeditate, isteria di una gelosia,
divenni mare in tempesta e spaventai ogni illusione
il mio sguardo senza luce si stende sulla sabbia, riemerge dalla battigia
impregnata d'onda e riflessi color bottiglia, distesa grigia orfana
di calchi di piedi nudi che più incrociarono la stessa via,
i tuoi, i miei.




Micol©Poesia



venerdì 19 febbraio 2010

ORIGAMI




Gambe tese in lungo salto aereo,
così si compiace di me il demone
dell'inganno e l'illusione
sul destino di lettere che nessuno leggerà,
fioriture sui rami del ciliegio
sono origami che nessuno ammirerà.

...ed esaspero il trucco
regalo di me l'amante libera di follia,
perchè nessuno possa scorgere
il solco purpureo dell'occhio.


Micol©Poesia



domenica 14 febbraio 2010

NEL BUIO VUOTO COLMO DI SUONI



NEL BUIO VUOTO COLMO DI SUONI
(SUONI NEL BUIO)*



Blu note ad arco si propagano
come vuole musica di un piano solo
lo spartito estemporaneo è accartocciato
perito nel pugno stretto di un tempo imperfetto.
E non somiglia ad un volo ma di rabbia
s'inerpica il suono e poi giunge in dolce melodia
confina di labbra e accenno di canto.
Suoni nel buio avvolgono un respiro
aprono mani inseguendo scale
guidate da un profumo d'intimo sospiro.
Assisto celata l'Anima che compone sinfonie,
tende l'orecchio in cerca di sè e della sua alma ideale
e attendo la notte che arrivi in questi occhi bruni
che si fanno più scuri nel buio vuoto colmo di suoni.

Micol©Poesia



sabato 13 febbraio 2010

ALLORA ERA FACILE





Questa notte no, non ho voglia di sentirmi malinconica.
Voglio ascoltarti parlare del tuo viaggio senza ritorno.
Se ti senti solo o sei felice, meglio saperti così.
Quand'ero bambina volevo imparare a suonare,
immaginavo d'andare lontano e mi sognavo già donna.
Credevo fosse facile come un giro di valzer
e ridevo al solo curiosare i grani di polvere
sulla punta delle scarpe della domenica.
Allora era facile ma questa notte no!
Le mie scarpe si sono sporcate su strade interrotte
senza una vera ragione che mi facesse bene al cuore.


Micol©Poesia




martedì 9 febbraio 2010

Nell'aria






E' nell'aria il rubino d'ali d'Angelo
sulle pieghe mosse dal tramonto,
gabbiani sollevatisi in volo dal mare
pargono volteggianti fazzoletti bagnati 
in mimo d'arrivederci
e tutto abita il mio cielo, così le tue parole,
farfalle variopinte vissute sulle amate labbra
nell'aria ancora gorgheggiano
echi ora taciuti posati sulle mie spalle chine.

Micol©Poesia


 


martedì 2 febbraio 2010

GODI DI ME!



Godi di me
dell'ambra calda di cui è fatta la mia pelle,
godano le tue narici dietro il tenero lobo
immerse tra il profumo e il collo riverso
nel regalo del mio ansimo per te.
Traccerai sfregio di saliva là dove bulbi
hanno fatto fiorire onde scure di morbidi capelli
e scivolerai lento dallo zigomo
viaggiando avido guardando alla tua meta
oltre il monte di Venere.
Godi di me e dei panorami di questa terra,
percorrendomi come sentiero imbattuto
con le tue dita tese a raccogliere ogni frutto
del mio giardino invernale.
Marchio e fuoco la tua bocca sull'ombelico
e calice di rosee labbra pronto a contenerti
liquido d'aroma prelibato
e mi offro nella gioia di un sogno,
fremente come foglia sola sul ramo
vittima sacrificale di questo destino
a cadere sotto i colpi sensuali
di notturni riflessi di falci e lune.
Godimi dall'alluce alla caviglia,
imbrigliata e sellata cavalcami
in un galoppo di sensi selvaggi
e liberata in quel "Ti Voglio"
taciuto e sospirato che lenzuola imbavaglia,
lega e soffoca dall'urlo dello strappo
sul raso manto di sesso in abbandono.

Micol©Poesia


domenica 24 gennaio 2010

LANCIATORE DI COLTELLI




Saranno marciapiedi a respirare passi, i tuoi.
Trampoliere sovrasti paludi d'isolati quadri
da salotto.

Saranno appartamenti pieni di stanze
quelle di ricordi che registri
e che non mi appartengono
perchè ancora vuoti d'arredi, sei solo
ad ingoiare scene su divani,
a guardare dentro telecamere accese
le tue collezioni di pugnali.

Lame lucide specchiano il particolare
del tuo sorriso affilato ed assassino
di lanciatore di coltelli,
rimosso il ricordo del mio grembo genitrice d'amore,
hai centrato con spettacolo d'applauso
e non c'è dolore. sanguino
d'incorporeità e di assenza gravitazionale
recisa  giugulare affluente d'emozioni.


Micol©Poesia




mercoledì 13 gennaio 2010

Senza veli sapevo di pioggia




Sapevo di pioggia e di vento sulle labbra
disegnate da un pallido segno di cicatrice
e di ferite aperte sapeva la mia bocca,
nel frapporsi la lingua si spogliava di parole
per mostrare godimento in quel dolore
atteso, malinteso, temuto, strappato.
Senza veli coprivo l'anima sempre esposta
amaliata e gracile, come sposa abbandonata.
Fors'anche il giusto divenne errore
sotto un cielo ingrato, infedele, ingiusto
non volli lavarmi mai del peccaminoso gesto
perchè fu quello che più amai ed ancora
spudorata pretende l'ironica sorte, giustizia.

Micol©poesia




 

sabato 2 gennaio 2010

RUGGINE




 

 

Ruggine ingrippa le mie parole.
Meccanismi ossidati
esposti alle intemperie emozionali.
Incoerente, friabile fenomeno di corrosione
in su il labiale che si sgretola
sull'emissione del fiato.

Reazione complessa, processo
deteriorante complice il tempo.
Danno strutturale fin dove
le particelle salivari hanno umettato
sillabe, di ferro abbattuto,
per divellere cancelli.

Micol