Ho strappato tutte quelle fotografie
espressioni di una di me così lontana
-ora-
offese dalla lama d’una candela
ho visto incendiarsi parti in dettaglio
e definizione e continuo a sussurrare
sommessa e dimessa:
- quella ero io -
[ero io]
Ho assistito i miei denti ripiegarsi
nel bigio di quella cenere
che andava a sgretolarsi
in grotteschi sorrisi.
Ho tentato di trovare somiglianza
in quelle pupille azzurrate
dai fuochi fatui d'altra vita,
distacco adagio la visuale
e squadro abiti ritirarsi
sotto il capriccio della fiamma.
Ardo ma non fa male.
E' maggiore il danno
per la tua comparsa a ridosso del telo bianco
dove venisti proiettato in tutta la tua bellezza
e cosa fu poi se non lo strappo gratuito
dell'incomprensione e
di quell'impassibilità che schernisce i suoni
del numero che divenni e che più chiamerai.
Quanta afflizione accompagna
il suo braccio intorno alle spalle
in nuvola di polvere d'antiche rimembranze
e sul pavimento la cera s’allarga adagio
mentr’io la guardo rapprendersi.
Solidificata ha ceduto la trasparenza,
perchè diventasse impenetrabile giungere all'anima
e la fiamma cortese danza sotto i miei piedi scalzi
e io brucio pur rimanendo illesa.
Micol - con l'amorevole partecipazione di Marisa
espressioni di una di me così lontana
-ora-
offese dalla lama d’una candela
ho visto incendiarsi parti in dettaglio
e definizione e continuo a sussurrare
sommessa e dimessa:
- quella ero io -
[ero io]
Ho assistito i miei denti ripiegarsi
nel bigio di quella cenere
che andava a sgretolarsi
in grotteschi sorrisi.
Ho tentato di trovare somiglianza
in quelle pupille azzurrate
dai fuochi fatui d'altra vita,
distacco adagio la visuale
e squadro abiti ritirarsi
sotto il capriccio della fiamma.
Ardo ma non fa male.
E' maggiore il danno
per la tua comparsa a ridosso del telo bianco
dove venisti proiettato in tutta la tua bellezza
e cosa fu poi se non lo strappo gratuito
dell'incomprensione e
di quell'impassibilità che schernisce i suoni
del numero che divenni e che più chiamerai.
Quanta afflizione accompagna
il suo braccio intorno alle spalle
in nuvola di polvere d'antiche rimembranze
e sul pavimento la cera s’allarga adagio
mentr’io la guardo rapprendersi.
Solidificata ha ceduto la trasparenza,
perchè diventasse impenetrabile giungere all'anima
e la fiamma cortese danza sotto i miei piedi scalzi
e io brucio pur rimanendo illesa.
Micol - con l'amorevole partecipazione di Marisa
2 commenti:
ma che fai t'allunghi con le parole? :)
Hai rifatto il letto mettendo lenzuola di seta e posando una bianco fiore, proprio lì, dall'altra parte...nell'angolo dove, da tempo, allunghi la mano e senti il gelo dell'assenza...non ti ho detto ancora che mi piace, lo dico adesso...proprio bella...continua continua e continua, non fermarti
un abbraccio
Il tuo commento vale più di una poesia.
beso!
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