
Smetto la croce da questo volto,
che ha perso il Sonno e si rigira,
Stropicciando il bianco delle notti
che si nutrono di viSioni inquiete.
Sono sagole di canapa le tensioni
prospettiche e linee di fuga
quelle di un Sogno nascosto
nello Spasmo delle mie gambe strette.
Sono dell’inverno
che conosce il mio nome e chiama,
le labbra Socchiuse, in attesa
dell’etereo Soffio del suo bacio
ed è Solo per quest’ardore
che nel buio Si muove adagio,
in Sussurro e Spira,
la mia preghiera.
Micol