Dipingo d'oltremare garza consunta di lembi d'anima,
bendaggio che srotola fin sotto lo smeraldino
e senza che s'accorga s'insabbia.
Potrei suturare ferite con filo di lingua e parole
che richiamano a guarigione. Non fosse per il piombo, retrogusto
che lascia dalle otturazioni di alveoli e silos che contengono
le mie sillabe convulse, riuscirei a sentire il canto!
Non venirmi incontro perchè ti ho chiamato
attraversa l'oltremare, perchè sei tu a ricordare il mio nome.
Micol
fluida, danzante seguo
il suo corpo vestito
del nero più cupo
della più cupa
delle ombre.
Vado dove lei mi porta
quando seguo il suo passo
oppure premurosa la precedo
mentre lei, par camminando,
mi calpesti.
Le sto sempre accanto,
curva nelle spalle
sussulta di un sospiro stanco.
Certe sere china il capo
e io con lei, sembra preghi
in un silenzio tragico,
conosco le sue lacrime
e tutti i suoi sorrisi.
Micol
Dedicata ad Anna Z.