martedì 29 dicembre 2009

Colpevole è la notte




Colpevole è la notte che m'accende d'illusione.
Asperge cospicuità, cospira tenace,
esige costernazione, onerosa porge il conto
in intrattabile patteggiamento.
Coercisa nell'angolo dal fabbricante di chiavi,
posso vedere da qui
il giardino recintato d'edera e filo spinato.


Micol

domenica 27 dicembre 2009

Cuore di cane





Nuvole senza cielo dirottano un corpo mobile
sollevato d'arti sempre aperti
in bellezza d'abbraccio.
Sarebbe forse stato più lieve
circumnavigare in quel tempo
fra decollo e ritorno e lasciare che la scia
tracciasse la rotta che invece si dissolse
nel grigio piombo specchiato di pozzanghera
odorosa di piscio e umori bastardi
e sono stata io
ad incoraggiare l'errare randagio
di un cuore di cane senza padrone.

Micol©Poesia

lunedì 21 dicembre 2009

INVERNO




Liquidi ricami s'allargano
lungo lastre di vetro battute
da proiettili di ghiaccio.
E' frastuono improvviso a svegliarmi
tra il tetto e il letto
che nel mezzo mi tengono distesa.
Inverno che avanza
sulle mani gelide di unghie blu,
sopra la tempesta
le grida del mio ventre
sordo al mondo.


Micol

Augurare

Guardare al di là della frontiera,
seguire l'esitazione del ciglio
che intrepido raccoglie
il riflesso del bacio
nascosto dietro la lente.
Non appare nè scompare,
rimane statico come acuto infinito
che spacca vetri ma mai montagne.
Allontanare, per un giorno la mano
che copre la vista, e augurarsi


 


- augurare-


che ogni cosa sia dentro e fuori
candore e soffice neve. Mic





Post Scriptum




Pop corn e saliva sulle dita,
scarpe da tennis slacciate
un jeans sbiadito e forse
il mio sguardo appesantito
si sente un pò bambino
sul lampadario che dondola
sull'illusione aerea
che è  falce rovesciata
da far credere ad un sorriso
appeso dalla Via Lattea
e delle gonne sollevate dal vento.
Non pensarci su!
Non pensarci più era arrivato
a metà quel film quando
mi hanno chiamata per andar via.
Non è stata colpa tua
sono io che ho perso gli occhiali
e non ho letto più tra gli spazi
bianchi delle tue parole
dentro quei Ti Amo a tempo
di Post Scriptum.

Micol


Il Bacio Umido di Bocca Tombale



S
ei tutte le Notti il bacio umido
di bocca tombale,
il Corpo convulso di sensi negati
e solitarie lune
bianche d'umor di copula
del viril rimpianto che senza ferma
bagna in vischioso amor perduto.

Micol




martedì 10 novembre 2009

MAGMA E FIELE


 



 



E' trascorso ormai quel tempo
in cui scivolavano gonne sopra ginocchia piegate.



[In ginocchio, adesso, mi piego]



Era concederti d'ammirare il mondo



dal tuo punto d'osservazione.



[Vien giù da feritoie lo sguardo più scuro]



Indovino il sapore di una vertebra


sulla schiena che si volta ribelle



[e sali, sali come magma e fiele]


Mic


 

lunedì 9 novembre 2009

NUOVO GIORNO D'ECLISSE




Devo arrendermi sulla scia della notte
surfando l'onda vorticosa di un tetto di sapone
giostrata dall'indice di Morfeo
insieme a me scivolano titubanti colombi tubanti
senza più ali per nascondere il capino.

Non ci resta che arrenderci alla notte
che dietro alla luna si nasconde
per cucire fantasie su stracci,
diverse ad ogni ora del nuovo giorno d'eclisse
che troppo presto albeggerà dietro il ramo.

Micol


(rivisitata - Tit. originario "Devo arrendermi"  01/10/08)


VUOTO






Vuota
Vuota di parole
Vuota di senso
Vuota

Avrei bisogno di raschiare il sedimento
Riuscirei a tirare fuori un pò di materia
sporcarmi le braccia di viscida melma

Vuota

Vuota la mano destra
vuota la tasca sinistra
non sento battere l'orologio analogico
dentro la gabbia toracica

Suonano alla porta
non aprirò, la casa è vuota
Vuota la finestra
di quell'ombra che s'affacciava
Vuota la mia testa

Avrei bisogno di pensare
Riuscirei a prendere a calci le mie gambe
procurarmi lividi e finalmente urlare

Vuota mi cullo dentro vuoto di braccia e destino
Vuoto che mi circonda
Vuoto che circola sostituendo il sangue
sangue rappreso nero cuoio

"Non permetterlo, non lasciarti andare"
ha soffiato il sopravvivere
Avrei bisogno d'andare
senza meta, senza pagare un biglietto

Vuoto il bicchiere mezzo pieno
Vuoti gli orizzonti del mio presente 
Vuoto il mio futuro

Micol


venerdì 9 ottobre 2009

NESSUNA DONNA SAPRA' CULLARTI



COME IO TI CELEBRO NEI MIEI VERSI



Anna Achmatova
 





LASCIO LA CASA BIANCA

Lascio la casa bianca e il muto giardino.
Deserta e luminosa mi sarà la vita.
Nessuna donna saprà cullarti
come io ti celebro nei miei versi:
non scordare la tua cara amica

nell’Eden che hai creato per i suoi occhi,
per me che spaccio una merce rarissima
e vendo il tuo tenerissimo amore


Anna Andreevna Achmatova, pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko, (1889 – 1966), è stata una poetessa russa.

domenica 27 settembre 2009

DISINCANTO

 




Da LA MEMORIA DEL CORPO (Crocetti, 2007)


Disincanto


Non mi manchi tu: mi manca un bacio.
Il gesto di una mano intenta a dire
le cose, le sue dita intirizzite, dritte.
Una voce sonora, che riempie
la stanza dov’è e quella accanto.
Una mano fresca sulla pancia,
qualcuno che mi afferri il grembo
e me lo tenga stretto.
Due labbra sulla tempia,
un fiato caldo sulla palpebra,
un ragno che corre
per la schiena, tra le scapole
e lungo la spina dorsale.


Paola Loreto



lunedì 7 settembre 2009

*Jaime Sabines*

Los Amorosos
(traduzione)

Quelli che amano tacciono.
L'amore è il silenzio più fine,
il più tremante, il più insopportabile.
Quelli che amano cercano,
sono quelli che lasciano perdere
sono quelli che cambiano, quelli che dimenticano.
Il cuore dice loro che non troveranno mai,
non trovano, cercano.

Quelli che amano vanno come pazzi
perché stanno soli, soli, soli,
consegnandosi, dandosi ogni istante,
piangendo perché non salvano l’amore.
Li preoccupa l'amore. Quelli che amano
vivono alla giornata, non possono fare di più, non sanno.
Sempre se ne stanno andando,
sempre, da qualche parte.
Aspettano,
non aspettano nulla, ma aspettano.
Sanno che non troveranno mai.
L'amore è la proroga perpetua,
sempre il passo seguente, l'altro, l'altro.
Quelli che amano sono gli insaziabili
quelli che sempre - meno male!- resteranno soli.

Quelli che amano sono l'idra del racconto.
Hanno serpenti al posto delle braccia.
Le vene del collo gli si gonfiano
anche come serpenti per asfissiarli.
Quelli che amano non possono dormire
perchè se si addormentano se li mangiano i vermi.

Nel buio aprono gli occhi
e in loro cade lo spavento.

Trovano scorpioni sotto il lenzuolo
e il loro letto galleggia come su di un lago.

Quelli che amano sono pazzi, soltanto pazzi,
senza Dio e senza diavolo.

Quelli che amano escono dalle loro grotte
tremanti, affamati,
a cacciare fantasmi.
Ridono di quelli che lo sanno tutto,
di quelli che amano per sempre, veracemente,
di quelli che credono nell'amore come una lampada d'olio inesauribile.
Quelli che amano giocano ad afferrare l'acqua,
a tatuare il fumo, a non andarsene.
Giocano al lungo, triste gioco dell'amore.
Nessuno si può rassegnare.
Dicono che nessuno si può rassegnare.
Quelli che amano si vergognano di qualsiasi conformismo.
Vuoti, ma vuoti da una costola all'altra,
la morte li corrode dietro gli occhi,
e loro camminano, piangono fino all'alba
dove treni e galli si salutano dolorosamente.
A volte gli arriva un odore a terra appena nata,
a donne che dormono con la mano nel sesso, compiaciute,
a ruscelli d'acqua tenera e cucine.

Quelli che amano cantano tra le labbra
una canzone mai imparata,
e se ne vanno piangendo, piangendo,
la bella vita.

Jaime Sabines




Non c'è altro. Solo la donna per rallegrarci,
solo occhi di donna per riconfortarci,
solo corpi nudi,
territori in cui l'uomo non si stanca.
Se non è possibile dedicarsi a Dio
nell'epoca della crescita,
che cosa dare al cuore afflitto
se non il circolo di morte necessaria
che è la donna?
Siamo nel sesso, bellezza pura,
cuore solo e pulito.

*Non c'è altro, solo la donna*
*Jaime Sabines*



Mi tieni nelle tue mani


Mi tieni nelle tue mani
e mi leggi allo stesso modo di un libro.
Sai ciò che io ignoro
e mi dici le cose che non mi dico.
Mi conosco in te più che in me stesso.
Sei come un miracolo che accade a ogni ora,
come un dolore senza luogo.
Se tu non fossi donna, saresti amico mio.
A volte voglio parlarti di donne
che al tuo lato inseguo.
Sei come il perdono
e io sono come tuo figlio.
Che occhi buoni hai quando sei con me!
Come lontana diventi e come assente
quando ti sacrifico alla solitudine!
Dolce come il tuo nome, come un filo,
mi aspetti nel tuo amore finché giungo.
Sei come la mia casa,
sei come la mia morte, amore mio.

Jaime Sabines



sabato 5 settembre 2009

Lete






Qui sul mio cuore, anima crudele e sorda,
vieni, tigre amata, mostro dalle pose indolenti;.
le mie dita tremanti voglio immergere
nel fondo della tua spessa chioma, lungamente;
e seppellir la testa indolenzita
 nella tua gonna piena del tuo odore;
come un fiore appassito
respirare dell'amore defunto il tanfo dolce.
Voglio dormire! meglio della vita è certo il sonno,
un sonno dolce come la morte
e sopra il tuo bel corpo lucido, come di rame,
deporrò i miei baci, senza rimorso.
Nulla può l'abisso del letto tuo
per mandar giù i placati singhiozzi:
l'oblio abita potente sulla tua bocca;
e dentro i baci tuoi scorre l'acqua del Lete.
Al mio destino, che m'è delizia ormai,
voglio obbedire come un predestinato
e, mite martire, condannato innocente,
il cui fervore arroventa il supplizio,
sulle punte incantate di questo eretto seno
che non ha mai imprigionato un cuore,
io succhierò il nepente e la cicuta
per annegare tutto il mio rancore.

Charles Baudelaire

martedì 4 agosto 2009

HO FAME DELLA TUA BOCCA





Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.


Pablo Neruda


venerdì 31 luglio 2009

OLTREMARE



Dipingo d'oltremare garza consunta di lembi d'anima,



bendaggio che srotola fin sotto lo smeraldino



e senza che s'accorga s'insabbia.



Potrei suturare ferite con filo di lingua e parole



che richiamano a guarigione. Non fosse per il piombo, retrogusto



che lascia dalle otturazioni di alveoli e silos che contengono



le mie sillabe convulse, riuscirei a sentire il canto!



Non venirmi incontro perchè ti ho chiamato



attraversa l'oltremare, perchè sei tu a ricordare il mio nome.



Micol



 

mercoledì 29 luglio 2009

DOMANI LE SUE DUE ESTATI

DOMANI LE SUE DUE ESTATI

e lei avrà un vestito nuovo
di pizzi e fiocchi sui capelli
leggeri come bolle di sapone.

nella casa amata echeggiano
gridolini festosi e passi di
scarpette macchiate d'erba
per le  corse dietro grilli e farfalle.
Saranno domani due estati di là
dove il tempo non si è fermato
e si baciano parole buone
come biscotti e caramelle
di zucchero e cannella.
La cullerà la voce del vento
innamorato e leggero,
solo davanti a lei e solo per lei
si ammansisce e si commuove.
Saranno nuovi giochi
e fuochi sul mare
ad illuminarti gli occhi
di un colore che pennello,
piccola stella
dalle labbra rosee di fragola e panna,
io che ti voglio bene
in un distante senza tempo nè misura
accarezzo nei miei pensieri la tua pelle di pesca
e annuso nell'aria il tuo profumo leggero.

MICOL





Auguri piccola stella!
D*

13/07/2009

mercoledì 22 luglio 2009

INCHINO


 



Dopo ho atteso che tornasse.
Qualcuno si era preso la mia febbre di figlia dei sogni.
Accadeva davanti ai miei occhi e io, non mi accorgevo
della voce rauca che dalle menzogne cambiava
il genio impacciato del cantastorie.
Ingenua, ballavo, ridevo, cantavo e amavo.
Amavo! Pendevo dalla lacrima di gioia di una stella.
Riusciva a stupirmi ogni respiro della terra.
Divenni ricca di cieca follia.
Intanto che mi venivano sottratte goccia a goccia
le ore dal profilo della collina.
Stavo lì a guardare l'illusione farsi bella d' immortalità scivolare via.
Aveva la stessa intuizione dello strascico che raccoglie e trascina sotto di se
il fruscio dei sensi portandoli via dentro di se.
Portandosi via tutto da me.
avanti a quello spettacolo, bizzarra fanciulla senza più terra da coltivare,
finii per sollevare il cappello e salutare, flettendo un elegante inchino.

Micol

sabato 18 luglio 2009

PRESENZE






A Marisa

Per custodire l'integrità e la volontà delle proprie identità è necessario far cessare che altri arrivino a sconvolgerle. Soprattutto se non vengono ritenuti degni d'entrare in possesso della chiave che apra porte tanto intime.

Di contro la mia mente non riesce a trovare appagamento, la poesia mi sfugge in questo assurdo momento di capitomboli a testa in giù.
Posso vedere i lombrichi sviscerare nei propri nascondigli di terra e fango, annusare l'erba dalle tenere e corte radici.
Mi sono presa questa libertà di farmi graffiare il viso dalle forchette di plastica che il mio gatto usa per pasteggiare avido della carne in gelatina versata sulla ciotola.
Sono gelosa, vorrei essere come lui e sdraiarmi sul cofano di un auto e annusare l'odore di grasso per motori che esala la lamiera sotto il sole.
Ho lasciato porte aperte desiderosa di vedervi apparire una sagoma nera in controluce.
Ho visioni di angeli e demoni in lotta per il dominio sulla mia anima.
Forse tutto questo può apparire diverso o solo un pò stonato, fra le pieghe di un vestito che in queste ore calde diventa saio.
Girandole colorate vorticose incontro al vento mi donano l'ilarità gaia della fanciullezza eppure io so che sto guardando le pale di un ventilatore da tavolo girare instancabile.
Cosa accadrebbe alla mia mano se eludesse la protezione di plastica e cercasse di fermarle?
La mano destra o quella sinistra? In fondo non farebbe differenza, entrambe hanno toccato ciò che mai hanno potuto.
Se solo evitassimo di rigirare in stelle, sogni, mare e lune le nostre parole, per esprimere ciò che ai nostri sensi preme di godere, sarebbe forse meno ipocrita.
Ma ad andar per vie sconosciute a manovrare sulla centralina elettronica senza libretto d'istruzione o un brevetto d'elettrauto si finirebbe per fare un botto e non sarebbero fuochi d'artificio.
A te, da me... quella metà di me... l'altra è persa chissà dov'è.

Micol

http://scrivendodinoi.splinder.com/post/20911694

8 Luglio 2009


lunedì 13 luglio 2009

INTO MY MIND






Ho un continuo fragore di vetri in frantumi
è tutto troppo assordante nella mia testa.

Provo a constatare i danni subiti e arrecati,
sono pur molteplici se non si riesce ad addossare tutto ad un solo reo.

Vorrei solo comprendere se per puro caso io non sia già morta
e se questa che mi ritrovo a vivere sia un surrogato in dimensione parallela
di una vita precedente che si riproduce in sequenze di ordinaria follia.

Qualcuno sa indicarmi la strada?
Devo essermi perduta!
In quale inferno sono caduta?


Mic









giovedì 2 luglio 2009

Male Oscuro


Scivolo sui muri la notte,
fluida, danzante seguo
il suo corpo vestito
del nero più cupo
della più cupa
delle ombre.
Vado dove lei mi porta
quando seguo il suo passo
oppure premurosa la precedo
mentre lei, par camminando,
mi calpesti.
Le sto sempre accanto,
curva nelle spalle
sussulta di un sospiro stanco.
Certe sere china il capo
e io con lei, sembra preghi
in un silenzio tragico,
conosco le sue lacrime
e tutti i suoi sorrisi.


Micol


Dedicata ad Anna Z.



mercoledì 1 luglio 2009

Quesiti nascosti

.. impietrita appaio, attenta all'ascolto,
mentre tutto dentro contrasta nelle grida e nel contorcersi
delle lunghe dite l'una sull'altra in pugni che legano una mano nell'altra.
Urlano le bocche dei quesiti nascosti a chi non sa guardare o ascoltare!
Le mie labbra ritratto sereno su volto imperfetto, sorridono
sotto uno spicchio di luna che s'accende
in assolo sfuggente dal compositore rigore
e nulla può far la musica se non sciogliere
lo stridulo meccanico del ventre
in avvitamento doloroso per far si che la dolcezza
appiattisca la nube gonfia nella notte che di misteri è gravida
e nulla lascia al caso, nemmeno una lacrima.

Mic

lunedì 29 giugno 2009

Antonia Pozzi - PERCHE' LA POESIA

Perché la poesia ha questo compito sublime:
di prendere tutto il dolore
che ci spumeggia e ci rimbalza
nell'anima, e di placarlo,
di trasfigurarlo nella suprema calma
dell'arte, così come sfociano i fiumi
nella celeste vastità del mare"
Antonia Pozzi

venerdì 26 giugno 2009

DOLCE PROTERVIA









Un ricamo tra le pagine di una donna innamorata
*

"L'amore non porta orgoglio nè rancore"
*
e mi sono chinata su quelle parole da cullare
per coglierne il pianto ed il sospiro.
Mi sento così limpida e cristallina.
Non conosco orgoglio e nè rancore.
Non alloggia in me invidia tanto meno arroganza.
Ed è il modo in cui ritorna il bisogno
a farmi muovere lenta su un tappetto di spine
seguendo un antico percorso d'equilibri instabili.
Mi stordisco nell'idea di un tempo trascorso
dove ancora mi riconosco,
comunque sola a dipanare il filo di un discorso
ingarbugliatosi nel giro di un soleggiato mattino.
Sono solo una donna che ha lasciato cadere
la tunica per mostrare il rovescio della coppa.
Quella coppa che sollevata si riempiva di luce
e voce di un sax
in esercizio estroverso di carezzevoli sorrisi.
Il mutamento ha segnato in me la ruga
appoggiata come ala di gabbiano
all'angolo delle mie labbra, non chiedere
ad Ovidio dei duellanti all'alba di un livido
sfondo, si ode ancora il galoppo della mia corsa
in guerra per conquistarla.
E non c'è rammarico nemmeno per la sconfitta
fin tanto che ad aspettarmi c'era quella dolce protervia
di un guerriero nemico che di Te ancora non sapevo.

Micol

5 giugno 2009




 

I SOGNI SON DESIDERI





Hanno una forma i desideri

Hanno un nome
un profumo speciale.
Hanno l'urgenza d'esser goduti
Hanno quella fretta
che i fanciulli sanno.
Hanno un colore i desideri
Hanno un umore
quello dei sogni
d'accarezzare.

Micol


 8 giugno 2009



NACQUI PER AMARE




Seppur io nacqui per amare
ora soffoco il canto
del candore primitivo.
Le tenebre annodano
la chioma  ribelle
che s'attorciglia sul desio
della conoscenza.
La memoria è un arco teso
dentro la profondità delle mie braccia
tese anch'esse fino a dissanguarsi
nell'attesa e nel vuoto
della bocca muta.
Eppur io nacqui per amare
ed offrii la mia terra
persino le mie ossa
ma l'Amore è un ladro
che sottrae e poi abbandona.

Micol

11 giugno 2009



domenica 21 giugno 2009

EVANESCENTE





Evanescente


Proiettata verso l'infinito

in velocità progressiva

verso un ostacolo imminente

prima dello schianto finale



…e poi le braccia del silenzio

ad accogliermi

in corpo disorganizzato

disarticolato

distorto

nel nulla evanescente


Micol

Senza titolo 27

 


Io non sono come loro e nemmeno come voi!

(libero sfogo ai miei pensieri – non è una poesia-)

La mattina bevo il caffè
accendo la tv e ascolto il tg
m'infastidisce la pubblicità
la mediocrità e la stupidità

Le veline dentro un catino d'acqua
si sciolgono in particelle inutilizzabili
ma dietro lo schermo
il pubblico del loro culetto mostra gradimento
con le punte di share che vanno a salire
a favorire il vuoto a perdere
anziché la cul-tura

e le nuove madonne compagne di campioni
mettono in vetrina i loro corpi e sorrisi
da parcelle fiorite di zeri e asterischi
sono le vere protagoniste di favole moderne a lieto fine
non più cenciose fanciulle bisognose d'amore
ma reginette di bellezza in cerca di altri valori

non riesco ad aggirarmi su strade
affollate da roboanti motori di grossa cilindrata
e domicilio la mia diversità in 50 mq
che non valgono neppure il garage del mio vicino

da giorni non faccio la spesa
e anche il mio frigo si è oramai rassegnato
da quando viviamo di pane amore e fantasia
anche lui sbadiglia e offre
poco o nulla magari una foglia d’insalata
un tantino avvizzita per la tartarughina in attesa

Spiacente ma non sono come voi
così è
se non avete altro in contrario
e scusate ancora se disturbo e vi annoio
ma oggi ancor più mi sento dissociata
perchè nessun giubilo di festosità
mi ha acceso a guardar uomini dietro un pallone

scusate la presunzione del mio pensiero:
ma loro guadagnano milioni
noi quattro abbiamo fame
e siamo costretti a risparmiare
sul fiato che dà vita alle parole!

Senza titolo 26

 



 


Indifferente


Che mai potrà essere questa sensazione che prende le ossa e le rende dolenti?
Riflessioni sulle tracce indelebili lasciate da un tempo una volta amico che improvvisamente si è rivelato ostile.
Tracce dentro, quelle nascoste, ma impossibile finger che non esistano quelle che segnano fuori.
E sì, che ho guardato bene il mio volto rilassato e senza traccia di trucco.
Dopo un bagno rigenerante, qualche cura per sentire il corpo sotto carezze, massaggi e pizzichi per riattivare l’idea di amarsi, eccomi col polso della manica dell’accappatoio a tracciare cerchi indistinti sullo specchio appannato dal vapore, come fosse un sogno il mio viso, appare e scompare, finché vinco sulla nuvola che ribelle vorrebbe nascondermi.
L’accappatoio che indosso è soffice ed è di un consunto verde acqua ancor più privo del colore che lo accendeva in origine.
Prendo a sfoltire le sopracciglia, la palpebra si arrossa un poco sotto lo strappo deciso e l’occhio di riflesso: lacrima.
E’ allora che guardo dentro lo specchio e quel che vedo mi riempie di stupore e piacere.
Ho vent’anni di meno!
Vorrei fermare quest’immagine, sono incredula continuo a guardarmi riflessa.
Senza trucco e senza inganno, il mio volto è quello di una giovane donna, ho ritrovato me stessa e abbraccio accogliendo questa rivelazione.
Slego l’asciugamano che incornicia il volto coprendo i capelli che scendono mossi in onde scure sulla fronte, sul collo e sfiorano le spalle.
Dove sono ora? Come sono arrivata qui?
Il momento è giusto ma il posto è quello sbagliato?
Oppure il momento è sbagliato e sono nel posto giusto?
E se fosse tutto sbagliato?
… se fosse tutto giusto?
E’ giusto sentirsi in questa strana dimensione?
Apparentemente a metà, senza radici, mossa come canna al vento, piegata ma nulla potrà spezzare. Vorrei lasciarmi andare completamente e farmi sradicare dalle forze naturali, trascinare in un letto di fiume, cullare fino a trovarmi cielo aperto sul mare!
L’aria calda del phon, mi risveglia da questo viaggio confuso.
Muove disordinatamente ciocche di capelli che raccolgo in pugni docili per addomesticarli in boccoli setosi.
Assieme ad essi, le mie mani raccolgono pensieri, ricordi e immagini.
Li annido per nasconderli agli occhi di chi non deve vedere e il mio volto subisce la sua metamorfosi sotto il decolté nudo… lascio scivolare lentamente l’accappatoio che si raccoglie informe accanto ai piedi.
Nuda sono quella donna, madre, moglie… fragile eppure forte, sincera eppure bugiarda, incerta eppure decisa… sono quella donna che non avrai.
Quella donna che nessuno ha mai avuto e mai avrà.
Perché svogliatamente ti fermi davanti al muro che ti ergo.
Perché mi sono arresa davanti al tuo egoismo.
Perché è solo il profumo del sesso che ti muove verso di me.
Mentre io voglio di più, molto di più della tua insofferenza corporale, voglio molto di più della tua ansia di mostrarmi l’uomo che sei attraverso il mio corpo.
Io voglio quello che sei DENTRO, di ciò che vuoi darmi attraverso quel tuo meraviglioso orgoglio maschile mi è completamente INDIFFERENTE!

Micol

Senza titolo 25


Ti sento, sai?


L'elegante calligrafia che ti è propria, quel tratto in blu che esprime la tua esperienza mi affascina, da leggere e rileggere senza stancarsi,nonostante tutto sia in ordine fra punti esclamativi e quelli interrogativi, lasci troppi spazi bianchi che a fissarli danno un profondo senso di perdizione.
Ogni tanto apro quella pagina e guardo quelle onde davanti ai mie occhi: Ti sento sai?!
Pronuncio piano e assaporo il suono che emettono certe parole e per un istante chiudendo gli occhi le vedo alimentarsi di vita propria e mi faccio rapire.
Poesie timide, passionali, racconti di vita, qualche frase buttata lì, fra parole pratiche di azioni ordinarie sembrano venire fuori con un evidenza sfacciata che mi rende debole.
Mi senti?
Mi senti dentro, fuori, nell'aria, alle tue spalle, non puoi confondermi così e lasciare in sospeso un senso che dovrebbe considerarsi compiuto.
Dovrai emozionarmi e ancora sorprendermi, incuriosirmi, solleticare la mia fantasia, la mia femminilià.
Mostrami la tua mente.
Il corpo è solo un limite, traccia un confine senza possibilità di concessione, comandato da pulsioni che abnegano la vera bellezza di un sentimento.
Non voglio sapere se hai un passato, null'altro di te, se non che arrivi come fossi nata oggi.
Ti sento forte, tenera, insidiosa, commovente emozione che mi butta sotto gravandomi sulla testa e io non posso far altro che lasciarmi andare, fino a non emettere più respiro, affogare in questo mare di parole.
Ti sento sai? Anima che lotta e si ribella e che quieto con le note di una rapsodia.
Anima è mente e pur non mento al mio corpo il desiderio di averti ancora con lo stesso trasporto dei giorni mai dimenticati, della fantasia e dell'attesa, di un amore mai avuto e tanto bramato.
Mai dimenticherò il fondersi delle labbra con il cuore in subbuglio e gli occhi chiusi a cercare di nascondermi dentro il buio dell'intimo dolore.
Dove inizi tu? Dove finisco io? Eppure le mani che non conoscevano le strade, hanno percorso il tuo tempo e le tue rughe fino alle parole amare.
Ora che ti sento non posso fare a meno di te, ti voglio con tutta me stessa, in corsa con l'affanno del ritardo. Sei l'ultima fermata prima che il tramonto trasformi la mia pelle sotto il gelo delle notti bianche di panorami interrotti.
Ti voglio Vita, ti Voglio amore!
Anche io Ti sento, sai?

Senza titolo 24

 


Impressionando istanti



e De-Scrivendo il tempo,
...[/effimero/]...




egli appare impercettibile,
seguendo viaggi per dimensioni
che vorrebbero rappresentarmi.




Tra gli effetti personali
[particelle infinitesimali d’affetti occultati]


è scritto un solo nome, quello mio,

forgiato sull’acciaio delle volontà arginate

e che del cristallo pronuncia il “La” perpetuo

che s’innalza in vece del silenzio.

Micol

Senza titolo 23

 



 


IL TEMPO

Ha qualcosa di simile
alla roccia corrosa dal vento
questo mio mutamento.

Il tempo,
artista presuntuoso e padrone
della mia esistenza
lavora con arti esperti
la creta di cui sono composta.

La mia sottomissione asseconda
i giri concentrici del tornio,
la fresca acqua idrata
e plasma la mia fibra
sotto la manipolazione.

Ha qualcosa che ricorda il deserto
la mia contrizione
struggente nel suo mistero più segreto
dove dalla sabbia emergono scheletri
nessuna memoria dalle orbite vuote.

Dio! Ho solo questa vita a disposizione
e trascorro il tempo che mi è stato concesso
e guardare scivolare fine erg in clessidre
per poi girarle
e rigirarle
senza altro impegno
che fissare la mia immagine
riflessa nel consunto vetro.

Micol

Senza titolo 22

 


 





 


 MUTAMENTI

"Tutto fluisce e scorre come questo fiume, senza sosta, giorno e notte"

Confucio



Cerchio diviso a metà
in luce e oscurità
legge degli opposti
ciclici poteri intrusivi
(t'ai chi).

L'Oracolo
esplica dei fatti il sincronismo,
emette sentenza l'esagramma:
(sarà) Il Procedere (Lu)

Sopra è il cielo (Ch'ien)
Sotto è il lago (Tui)
Il creativo e il sereno
senza alcuna presunzione,
il superiore
e l'inferiore si fonderanno

e nell'attesa dei mutamenti
sospese in fragranza d'incenso,
tre monete d'argento
danzano aeree
richiamando a sè
stagioni arcaiche e misteriose
prima della trasformazione
in semi sulla terra.

Ora seduta sulla riva del fiume
rivolgerò il mio sguardo all'infinito.

Micol

Senza titolo 21

 


QUESTA MATTINA---


 


... stavo in cucina con un senso di nausea, erano da poco trascorse le 6.00 i miei occhi non riuscivano a concentrarsi sugli oggetti e la tv mi infastidiva.
Un leggero pulsare le tempie e quel retrogusto indefinibile, misto di tequila e troppe sigarette mi hanno fatto arricciare il naso davanti al mio fedele capuccino.
Ho solo tre ore di sonno.
Maledetto pc. Ieri notte mi sono connessa col pensiero della serie: " Mah! vediamo se c'è qualche novità e poi presto a nanna"! e mi sono trovata seduta nel wc che il display del cellulare segnava le 02.53.
Credo anche di aver perso i sensi, seduta in attesa di fare pipì, perchè ancora ricordo di aver riaperto gli occhi e segnavano le 02.58.
Cmq è lì che ho fumato la mia ultima sigaretta prima di lavarmi da diligente bambina i denti, struccata delle tracce oramai inesistenti del trucco sulla faccia e via sotto il confortevole abbraccio del piumoncino.
Il russare sommesso di mio marito mi ha cullata verso i sogni.
Questa mattina la suoneria del cellulare somigliava ad una musica proveniente dalla nebbia dei sogni.
Lui si è espresso dolcemente girandosi dalla mia parte e con la voce ancora impastata di sonno ho sentito che diceva: "Spegni quel cazzo di telefonino!"
Eh già! ho sposato un duro!
Inutile pensarci su era suonata l'ora del dovere! ci si alza... dopo due tentativi di ritornare nel mondo dei sogni, decido di scendere dal letto... il pavimento è freddo, cerco le mie infradito nere perchè mi riparino dal contatto.
Allora, dicevo che stavo in cucina, già: aspettavo che si liberasse il bagno (unico bagno in casa per quattro è davvero impensabile ma questo è il dato di fatto), e guardavo fuori dalla finestra.
Un pallido Sole e una luna sfocata sembravano salutarsi dandosi il cambio turno: "ciao collega... tutto a posto?" e la Luna risponde al sole: "Nottataccia!"
Sì ha piovuto, le macchine e le strade ancora ne danno testimonianza e la temperatura è calata, il mio pigiamino di cotone sembra troppo leggero all'umidità mattutina, cerco una felpa che oggi vesto tre misure più larga, mi ci sono affezionata e la uso in casa.
E' nera, all'altezza del petto sorride timido un angioletto biondo con i jeans, questo sul davanti, il retro è l'angioletto di schiena che ha la coda da diavoletto che esce dai jeans e fra i boccoli biondi spuntano due cornini rossi. Mi fa impazzire! Mi rappresenta!!!
Preparo gli zaini per i bimbi che partiranno di lì a poche ore per la gita scolastica. L'odore dell'ungherese affettato e della maionese che uso per imbottire i tramezzini mi sconvolge la bocca dello stomaco.
Infilo poco altro, tutto negli zaini e mi dirigo nella loro stanzetta.
Piano piano tiro su il nastro della tapparella per sollevarla al giorno, vado ad accarezzarli ed esclamo: "Bimbi!!! Oggi si parte in gita! Non potete fare tardi" ... tutto tace nemmeno si muovono, allora vado su col tono di voce e divento perentoria come la Signora Marge Simpson : "BAMBINI!!! E' VOSTRA MADRE CHE VI PARLA: SVEGLIAAAA!!!!"
Mio figlio si copre fino alla testa con il pile e bofonchia:" Oh! Màaaa...!!! e si gira di fianco!
La piccola sembra non svegliarsi dal coma soporifero dei suoi sogni, non si muove, quasi sembra respirare appena, ha il dito in bocca e io comincio con lei un gioco di quand'era piccina.
Le sfilo lentamente il pollice dalla bocca e lei comincia a seguirlo e a succhiare più veloce, mi fa morire dal ridere!
Poi dice irritata:" Lasciami ancora un minutino!" ... Mi viene spontaneo abbracciarla forte e poi scompiglio la frangetta scura di mio figlio e lui si arrabbia, ma finalmente è sveglio.
Suona il citofono: è la baby sitter. Suona il mio cell. (non rispondo) arriva sms (risponderò dopo).
Che trafficoooo!!! E sono appena le 7.00! aaarrggghhh!
Finalmente si libera il bagno ed esce in una nuvola di profumo doccia schiuma al sandalo "Richard Gere", lo chiamo così quando voglio prenderlo in giro (per via dei capelli)...indossa una camicia in lino bianca sopra i blue jeans e giacca in lino blu petrolio... mmmhhh! Amore sei una promessa!...
Ora il bagno E' MIOOO...via sotto una doccia veloce, ed esco ancora umida in accappatoio, lui è lì che si blocca con la mano sospesa sulla maniglia della porta d'ingresso, fa marcia indietro e si avvicina con fare sornione e mi segue in camera.
Sto al gioco, m'insegue e allora mi faccio scudo chiudendo la portadietro me, tanto so che lui spingerà contrastando la mia forza ed entrerà.
I suoi occhi diventano di un verde più intenso e lucido quando mi desidera.
Oddio! devo mettere al guinzaglio gli ormoni o non arriveremo più in ufficio.
Il bacio che ci doniamo è da amanti, difficile dire che solo l'altro giorno abbiamo toccato i diciannove anni di vita insieme.
Dentro la camera lui chiude la porta, mi piace questa situazione imprevista, le sue mani sfiorano delicate il mio corpo e ci accordiamo come strumenti musicali sul reciproco desiderio... ma adesso proprio non è possibile, la casa è affollata e poi faremo tardi in ufficio.
Lui mi punta un dito sul mento e mi guarda dritto e dice: "Oggi non scappi!"
Non riesco a frenarmi dal ridere gioiosa!...
(a dire il vero anche per mascherare un pò la delusione, per non aver avuto la possibilità di cedere alla passione del momento).
Mi sento bella, desiderata e amata.
Sono davanti allo specchio, ho appena terminato di truccarmi con il rossetto.
Le mie labbra a cuore e lo sguardo scuro sono quasi nascosti dalla pioggia di ricci che gli cadono sopra, mentre li modello con le dita intrise di schiuma.
Un pensiero leggero ha appena il tempo di rattristare l'espressione del mio volto chiaro.
Concretizzo quel pensiero e lo guardo dritto negli occhi!
Inspiro da far allargare le narici e sotto un ghigno che ha del diabolico sussurro:
"Principe Dolore, non mi avrai!"
VAFFANCULO!

Senza titolo 20

 


SPERANZA

Ero in volo
senza ali
nè paracadute.
Ero in volo
felice d'essere
acqua e aria.
Ora sono
in caduta libera
e muri di cielo
sfondo in continua discesa.
Mi riverso dentro
un sonno d'oblio,
sogni spezzati che
ho cucito l'uno all'altro
ma oggi mi legano
e mi bendano
non vedo altro
che il nero del nastro
che voglio vedere.
Cado senza difendermi
dentro abissi
utero_madre
in regressione devastatrice.
Ci sarà una fine a tutto questo
poi verrà una luce
la chiamerò SPERANZA
e seguirò quella luce
per rinascere al dolore
ma sarà vita,
ancora.

Micol


*Dedicata.

Senza titolo 19

 


PENSIERI RESTITUITI



Di tutti i pensieri importanti,

in piena come torrenti,

lo scorrere impetuoso conduce,

in oscuri sotterranei cunicoli,

restituiti saranno senza vincoli,

impalpabili e trafitti di luce.

Micol



Senza titolo 18

 


DUE PAGINE DI STORIA

Ho steso mastice

per tenere unite

due pagine di storia

- la tua e la mia –

ora

per quanto io mi pieghi

per voltare pagina,

sarà inevitabile

strapparti con dolore.

Micol

Senza titolo 17

 


INCONSAPEVOLMENTE

Del marciapiede cammino al margine
- giorno dopo giorno -
in equilibrio sul filo di un mattino
- dipinto di tramonto -
leggera ansia batte sulla nuca
- stento a contenere -
primavera che di tepore spossa
- su percettive nari -
vola e inconsapevolmente muore
- il profumo di un ricordo -
farfalla con ali di rugiada
- che scivola via –

Micol

Senza titolo 16

 


SENZA CHE IO ASPIRI

Quello che guardo
è il vuoto a metà diviso
dal fumo di una sigaretta
in retta ascensionale.
Lei si consuma fra le dita
in metamorfosi
di brace in grigia cenere
e cade così
in lenta eutanasia.
Eppur la poso
sulle mie labbra
in ultimo bacio concesso
senza che io aspiri.


Micol

Senza titolo 15


FIORI BIANCHI

Esplode il mandorlo in primavera fiorita
E io affogo
Dentro un raggio di tiepido sole caduto fra i rami
E sono sola
Nella visione di arcobaleni piegati in volo
E sono diamante
Tra cielo e mare tagliata in orizzonti
e poi
tutto svanisce sul sapore di troppo amore,
picchia sulle spalle in fiori bianchi,
la tristezza

Micol


IL SALE DI NAUFRAGATE PAROLE

 




Cola da lassù eccessiva luce,
che imbratta d'accesi colori
muri di cielo
e impedisce di guardare lontano
oltre il confine segnato dal ramo.
Occhi bassi
insabbiati sopra pallide dune
e il serpeggiante movimento
fra seni pieni spazzati dal vento.
Riflessi di tristezza s'attorcigliano tra i capelli
e vischiose alghe s’annodano alle caviglie,
alle mie orecchie sorde
inutili echi di conchiglie
e le labbra arse, sono lande deserte
sopra i denti che masticano il sale
di naufragate parole.

Micol


Senza titolo 14

 


IL SILENZIO DEI SILENZI



e c’è il silenzio dei silenzi

che uno porta in sé

come gli alberi d’inverno

dopo le foglie cadenti.



e c’è l’attesa delle attese

che uno porta in sé

che accompagna lontano

dove si compirà il viale.


... taceranno le mie mani

che scalderanno le tue

e le mie labbra chiuse in segno

parleranno al tuo silenzio,

figlio del dolore.

Micol


(dedicata)







Senza titolo 13

 



 


NUVOLE


Silenziose navigano
sopra un cielo mare
cullando nelle morbide pieghe
passeggeri ignari
in quelle stagioni di chi
comprende e sa aspettare
e quelle di chi
si bagna di giorni amari.
Dei tetti raccolgono gli umori
e dei prati il profumo dei fiori,
il vento le accompagna
sopra grano e campagna
e impavide affrontano
ogni temperatura imprevista,
sono cumuli lontani o a vista
nel loro incessante viaggio
alla luce di un miraggio.

Micol

BASTA by GIUSAL

BASTA !
Basta con questi pensieri.
Basta a questa logica maschilista
che mi fa andare in bestia.
Basta a questi volti autoritari
che mi ammoniscono per ogni cosa.
Basta a questa quotidiana monotonia,
a questa stanchezza che m’indebolisce dentro.
Basta a questa gonna che seduce.
Ho deciso, me ne vado.
Me ne vado dove non ti posso più vedere.
Dove nessuno mi possa trovare.
Dove posso fare ciò che mi pare.
Dove un fiore germoglia ed io lo posso afferrare.
Dove il cielo è azzurro anche dietro le nubi.
Dove il mare è il mare.
Dove posso ritrovarmi senza dover più soffrire.
Lo giuro, prima o poi
IO lo farò!

giusal (my brother Stefh)

Posted - 19 Dec 2007 : 13:04:31

Senza titolo 12



P E R L A

Ci sono affetti
che il destino
ha già assegnato
e mi dispiace
averti anticipato

quando sei arrivato
io ero già qualcuno
che sapeva giocare
e poi non ho saputo
insegnarti null'altro

custoditi i soldatini
in cantina
il cammino degli anni
è diventato più pesante

una lacrima ora
scende all’inverso
goccia dopo goccia
scavando
una cavità perfetta

modellando il madreperlaceo scrigno
insieme al mio amore
racchiuderò il tuo sorriso
dentro una rara conchiglia
per fartene dono domani



dedicata a Stefano

Senza titolo 11



A TUTTI VOI


Non ho per la mente
libere parole
da posarsi leggere
a darvi poesia
da un pò è così

Non vado a cercarle
e loro non arrivano
a disturbarmi
nei giorni lenti
e aridi

Ma sono qui ora
solo per dirvi
che a voi il mio cuore apro
per abbracciarvi tutti
e augurarvi
BUON ANNO!

... che sia quel che sia e tutti riceviate dall'esperienza la forza per rendere migliore ogni giorno della vostra vita!

Rifrazioni di luce - 1


Rifrazioni di luce sullo spettro delle mie rughe,
mutano in ologrammi di poesia.

Micol

LINGUA D'ORIZZONTE

 



V
oglio andare a riempire il mare,
che steso al sole sta ad asciugare,
con l’inganno delle sirene in canto,
con i sassi stretti in pugno mai scagliati
e con le parole mutate in mosaici di vetro,
frantumati sotto i denti.

 Aspetterò l’onda perfetta
e arriverà inarcandosi a ponte.
L'accoglierò come docile amante
- lingua d'orizzonte –
fluida e piena, dentro la mia bocca
e godrò del sapore di verità inabissate.

 Mi lambirà l’azzurro bacio
fatto di labbra d'acqua e cielo
e m’accadrà forse di volare o, chissà…
forse, resterò per sempre lì ad annegare.

             Micol

Senza titolo 10


TRA LA SETA E LE ROSE

E’ un pensiero
che non nuoce
vive di se e non scuce
i fili intessuti
di colori e luce.

Tra il sorriso e il pianto
incanta col suo canto
di carezze implose
tra la seta e le rose

Micol


Senza titolo 9

 



 


NINFEE


La punta non scorre, d’inchiostro si è spenta
sul calice vuoto della perduta innocenza
e i giorni imitandosi corrono ciechi,
inseguendo menzogne per sfidare la morte.
Dio! Quanto vorrei arginare lo sdegno
e lasciare che scivoli,
tra stelle rosse che forano il grigio,
in quello sguardo aperto sul mattino.
La goccia continuerà a cadere in limpida perla,
raccolta in vasi di liquidi palmi
e sullo specchio di stagno potrei svelarmi,
libera di stupore sopra il volto lunare
della grazia mesta delle ninfee in fiore.

Micol

Senza titolo 8

 



(AUTRICE QUINTANILLA SILVA L. P. "SORTILEGIO" TECNICA ENCAUSTO 2004)



ENCAUSTO

Nella dinamica esistenziale
dell'alchemica emozionale
l'empatica rivelazione
di émpito tracima

diluirò psicogenesi dentro fusa cera
e nell'intrinseco calore trasfigurerò
rimembranza su immortale encausto

Micol

Senza titolo 7

 



AMORE CHE SEI

(tra le mani un libro di Pablo Neruda)



Amore che sei in un altro,altre mani, altre labbra e io

così immersa nel desiderio di quelle mani, di quelle labbra,

non ho scampo così distante e perduta

che ogni giorno va cercato tra le pieghe di un vestito.

Tra i capelli s'annoda la tua voce, ferma orologi e piani,

quando il soffitto piomba addosso con tutta la forza delle travi,

sopra il silenzio che sovrasta la dolcezza che ancora invade

lo spazio breve del tuo passaggio.

Penso a te che sei piedi, un passo dopo l'altro

su marciapiedi e scale, sei la porta che si apre su una stanza

il saluto che richiama la tua presenza.

Dello specchio nella notte che muore,

a ridosso delle rosee braccia dell'alba, diventa pelle il mio pensiero

che si tende sulla tua mano, la barba sul lavandino,

l'acqua che scorre sul tuo mattino.

Amore che sei, null'altro mi concedi se non il pensiero per esserti accanto

e io sono contenta così, quando m'illudo che nascondi in un sorriso

il ricordo del mio nome, in quegli istanti il conforto mi accarezza,

quando penso d'esistere almeno, dentro il tuo respiro sereno.

Micol

SFERE D'ACCIAIO




Non ho più occhi
ma solo nero asfalto che
in moto perpetuo scorre.

Incroci di memorie socchiuse
sotto palpebre stanche
precipitano gravitazionali
e su quel pavimento mobile



sfere d’acciaio rotolano.

Magnetizzate
da incognite variabili
su teoremi iperbolici
si rincorrono, pupille in_emozionali.

Micol


PLACEBO








 Ansia che mi togli
Respiro che m’inspiri
Beatitudine m’infondi
Fiducia che mi cura

Micol

LUCE DI TE NEL BUIO





Io sono il buio che ti sta intorno.

Spegni la luce amore mio,
voglio vivere della mia essenza.

 Micol