domenica 21 giugno 2009

Senza titolo 26

 



 


Indifferente


Che mai potrà essere questa sensazione che prende le ossa e le rende dolenti?
Riflessioni sulle tracce indelebili lasciate da un tempo una volta amico che improvvisamente si è rivelato ostile.
Tracce dentro, quelle nascoste, ma impossibile finger che non esistano quelle che segnano fuori.
E sì, che ho guardato bene il mio volto rilassato e senza traccia di trucco.
Dopo un bagno rigenerante, qualche cura per sentire il corpo sotto carezze, massaggi e pizzichi per riattivare l’idea di amarsi, eccomi col polso della manica dell’accappatoio a tracciare cerchi indistinti sullo specchio appannato dal vapore, come fosse un sogno il mio viso, appare e scompare, finché vinco sulla nuvola che ribelle vorrebbe nascondermi.
L’accappatoio che indosso è soffice ed è di un consunto verde acqua ancor più privo del colore che lo accendeva in origine.
Prendo a sfoltire le sopracciglia, la palpebra si arrossa un poco sotto lo strappo deciso e l’occhio di riflesso: lacrima.
E’ allora che guardo dentro lo specchio e quel che vedo mi riempie di stupore e piacere.
Ho vent’anni di meno!
Vorrei fermare quest’immagine, sono incredula continuo a guardarmi riflessa.
Senza trucco e senza inganno, il mio volto è quello di una giovane donna, ho ritrovato me stessa e abbraccio accogliendo questa rivelazione.
Slego l’asciugamano che incornicia il volto coprendo i capelli che scendono mossi in onde scure sulla fronte, sul collo e sfiorano le spalle.
Dove sono ora? Come sono arrivata qui?
Il momento è giusto ma il posto è quello sbagliato?
Oppure il momento è sbagliato e sono nel posto giusto?
E se fosse tutto sbagliato?
… se fosse tutto giusto?
E’ giusto sentirsi in questa strana dimensione?
Apparentemente a metà, senza radici, mossa come canna al vento, piegata ma nulla potrà spezzare. Vorrei lasciarmi andare completamente e farmi sradicare dalle forze naturali, trascinare in un letto di fiume, cullare fino a trovarmi cielo aperto sul mare!
L’aria calda del phon, mi risveglia da questo viaggio confuso.
Muove disordinatamente ciocche di capelli che raccolgo in pugni docili per addomesticarli in boccoli setosi.
Assieme ad essi, le mie mani raccolgono pensieri, ricordi e immagini.
Li annido per nasconderli agli occhi di chi non deve vedere e il mio volto subisce la sua metamorfosi sotto il decolté nudo… lascio scivolare lentamente l’accappatoio che si raccoglie informe accanto ai piedi.
Nuda sono quella donna, madre, moglie… fragile eppure forte, sincera eppure bugiarda, incerta eppure decisa… sono quella donna che non avrai.
Quella donna che nessuno ha mai avuto e mai avrà.
Perché svogliatamente ti fermi davanti al muro che ti ergo.
Perché mi sono arresa davanti al tuo egoismo.
Perché è solo il profumo del sesso che ti muove verso di me.
Mentre io voglio di più, molto di più della tua insofferenza corporale, voglio molto di più della tua ansia di mostrarmi l’uomo che sei attraverso il mio corpo.
Io voglio quello che sei DENTRO, di ciò che vuoi darmi attraverso quel tuo meraviglioso orgoglio maschile mi è completamente INDIFFERENTE!

Micol

1 commento:

MicolPoesia ha detto...

02 Nov 2008 : 13:18:38 da imagine


Piccole grandi riflessioni di una donna, sola davanti a se stessa, sola davanti alla sua immagine riflessa. E rinasce la consapevolezza del suo essere donna, soprattutto, della sua unicità meravigliosa. E rinasce il desiderio di lottare per mantenere quella sua unicità. Ed un bellissimo atto d'amore verso se stessa...

Ed è bello talvolta coccolarsi!

Un abbraccio, Rosaly


02 Nov 2008 : 13:54:55 da ElectraMB


quanta malinconia dietro quello specchio appannato e quanta disillusione io leggo tra le righe di questa tua bellissima introspezione...

un abbraccio!


02 Nov 2008 : 14:19:36 da serbo


Per me è una splendida lettera d'amore, un guardarsi nello specchio e cercare se stessa, fermare il tempo e i segni del tempo che si confondono nelle morbidezze dell'accappatoio che, sì, rivela il presente cancellando le foschie del passato nebbioso e vaporoso, ma si fa pressante con lo sbiadimento del suo colore. E allora il corpo assume un'altra dimensione, si estranea dal ricordo di una sensualità curata e cercata e ritorna semplice forma estetica in attesa di una natura spirituale che invece manca. Manca da sempre. Ed è una mancanza trabocchevole di delusione che chiude per sempre la porta del suo essere donna.


02 Nov 2008 : 16:42:43 da Micol


Ognuno di voi, con le vostre interpretazioni ha posato un tassello che definirà un ritratto... forse è il mio, forse quello di una qualsiasi donna che deve rassegnarsi al tempo che trascorre, trascrivendo strade interiori importanti.

Grazie