sabato 5 settembre 2009

Lete






Qui sul mio cuore, anima crudele e sorda,
vieni, tigre amata, mostro dalle pose indolenti;.
le mie dita tremanti voglio immergere
nel fondo della tua spessa chioma, lungamente;
e seppellir la testa indolenzita
 nella tua gonna piena del tuo odore;
come un fiore appassito
respirare dell'amore defunto il tanfo dolce.
Voglio dormire! meglio della vita è certo il sonno,
un sonno dolce come la morte
e sopra il tuo bel corpo lucido, come di rame,
deporrò i miei baci, senza rimorso.
Nulla può l'abisso del letto tuo
per mandar giù i placati singhiozzi:
l'oblio abita potente sulla tua bocca;
e dentro i baci tuoi scorre l'acqua del Lete.
Al mio destino, che m'è delizia ormai,
voglio obbedire come un predestinato
e, mite martire, condannato innocente,
il cui fervore arroventa il supplizio,
sulle punte incantate di questo eretto seno
che non ha mai imprigionato un cuore,
io succhierò il nepente e la cicuta
per annegare tutto il mio rancore.

Charles Baudelaire