sabato 1 maggio 2010

Senza più progetti




 



Sono divenuta un cassetto vuoto di progetti
ed unghie corte per non inciampar sui tasti.
Rumino cewingum per l'isterismo e apparenza
ed appartenenza, appartengono a quel codice genetico
ladro di possibilità in addebito. Sulla misura della disillusione,
oltrepasso i bordi freddi della tazza di ferrosmalto rosso
dove ha pieno la noncuranza e la lentezza occupa
lo spazio semi ellitico di un'altalena, che ciondola
a sorridermi sotto le natiche di un falso giorno, cadenzando
sullo stesso asse la curva stridente dal suono d' ingranaggi
da lubrificare. Si ripetono sui fianchi i riflessi di pochi grammi
di mani che incartai incapace d'afferrarle, ma che scombinarono l'aria
e tutto il resto intorno. L'orto di mio padre è gravido di frutti,
sputa ciuffi d'erba da zolle umide di terra, non assecondava
il desiderio sui giardini zen quei ciottoli di fiume tra filari sulfurei
di verderame e buche da scavare per stanare lombrichi.

Micol©Poesia

 

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