mercoledì 6 maggio 2009

Brucio pur rimanendo illesa

Ho strappato tutte quelle fotografie
espressioni di una di me così lontana

-ora-

offese dalla lama d’una candela
ho visto incendiarsi parti in dettaglio
e definizione e continuo a sussurrare
sommessa e dimessa:

- quella ero io -
[ero io]

Ho assistito i miei denti ripiegarsi
nel bigio di quella cenere
che andava a sgretolarsi
in grotteschi sorrisi.

Ho tentato di trovare somiglianza
in quelle pupille azzurrate
dai fuochi fatui d'altra vita,
distacco adagio la visuale
e squadro abiti ritirarsi
sotto il capriccio della fiamma.
 
Ardo ma non fa male.

E' maggiore il danno
per la tua comparsa a ridosso del telo bianco
dove venisti proiettato in tutta la tua bellezza
e cosa fu poi se non lo strappo gratuito
dell'incomprensione e
di quell'impassibilità che schernisce i suoni
del numero che divenni e che più chiamerai.

Quanta afflizione accompagna
il suo braccio intorno alle spalle
in nuvola di polvere d'antiche rimembranze
e sul pavimento la cera s’allarga adagio
mentr’io la guardo rapprendersi.
Solidificata ha ceduto la trasparenza,
perchè diventasse impenetrabile giungere all'anima
e la fiamma cortese danza sotto i miei piedi scalzi

e io brucio pur rimanendo illesa.


Micol - con l'amorevole partecipazione di Marisa

2 commenti:

scrivendodinoi ha detto...

ma che fai t'allunghi con le parole? :)

Hai rifatto il letto mettendo lenzuola di seta e posando una bianco fiore, proprio lì, dall'altra parte...nell'angolo dove, da tempo, allunghi la mano e senti il gelo dell'assenza...non ti ho detto ancora che mi piace, lo dico adesso...proprio bella...continua continua e continua, non fermarti

un abbraccio

MicolPoesia ha detto...

Il tuo commento vale più di una poesia.

beso!