di prendere tutto il dolore
che ci spumeggia e ci rimbalza
nell'anima, e di placarlo,
di trasfigurarlo nella suprema calma
dell'arte, così come sfociano i fiumi
nella celeste vastità del mare"
Antonia Pozzi

Io non sono come loro e nemmeno come voi!
(libero sfogo ai miei pensieri – non è una poesia-)
La mattina bevo il caffè
accendo la tv e ascolto il tg
m'infastidisce la pubblicità
la mediocrità e la stupidità
Le veline dentro un catino d'acqua
si sciolgono in particelle inutilizzabili
ma dietro lo schermo
il pubblico del loro culetto mostra gradimento
con le punte di share che vanno a salire
a favorire il vuoto a perdere
anziché la cul-tura
e le nuove madonne compagne di campioni
mettono in vetrina i loro corpi e sorrisi
da parcelle fiorite di zeri e asterischi
sono le vere protagoniste di favole moderne a lieto fine
non più cenciose fanciulle bisognose d'amore
ma reginette di bellezza in cerca di altri valori
non riesco ad aggirarmi su strade
affollate da roboanti motori di grossa cilindrata
e domicilio la mia diversità in 50 mq
che non valgono neppure il garage del mio vicino
da giorni non faccio la spesa
e anche il mio frigo si è oramai rassegnato
da quando viviamo di pane amore e fantasia
anche lui sbadiglia e offre
poco o nulla magari una foglia d’insalata
un tantino avvizzita per la tartarughina in attesa
Spiacente ma non sono come voi
così è
se non avete altro in contrario
e scusate ancora se disturbo e vi annoio
ma oggi ancor più mi sento dissociata
perchè nessun giubilo di festosità
mi ha acceso a guardar uomini dietro un pallone
scusate la presunzione del mio pensiero:
ma loro guadagnano milioni
noi quattro abbiamo fame
e siamo costretti a risparmiare
sul fiato che dà vita alle parole!
Che mai potrà essere questa sensazione che prende le ossa e le rende dolenti?
Riflessioni sulle tracce indelebili lasciate da un tempo una volta amico che improvvisamente si è rivelato ostile.
Tracce dentro, quelle nascoste, ma impossibile finger che non esistano quelle che segnano fuori.
E sì, che ho guardato bene il mio volto rilassato e senza traccia di trucco.
Dopo un bagno rigenerante, qualche cura per sentire il corpo sotto carezze, massaggi e pizzichi per riattivare l’idea di amarsi, eccomi col polso della manica dell’accappatoio a tracciare cerchi indistinti sullo specchio appannato dal vapore, come fosse un sogno il mio viso, appare e scompare, finché vinco sulla nuvola che ribelle vorrebbe nascondermi.
L’accappatoio che indosso è soffice ed è di un consunto verde acqua ancor più privo del colore che lo accendeva in origine.
Prendo a sfoltire le sopracciglia, la palpebra si arrossa un poco sotto lo strappo deciso e l’occhio di riflesso: lacrima.
E’ allora che guardo dentro lo specchio e quel che vedo mi riempie di stupore e piacere.
Ho vent’anni di meno!
Vorrei fermare quest’immagine, sono incredula continuo a guardarmi riflessa.
Senza trucco e senza inganno, il mio volto è quello di una giovane donna, ho ritrovato me stessa e abbraccio accogliendo questa rivelazione.
Slego l’asciugamano che incornicia il volto coprendo i capelli che scendono mossi in onde scure sulla fronte, sul collo e sfiorano le spalle.
Dove sono ora? Come sono arrivata qui?
Il momento è giusto ma il posto è quello sbagliato?
Oppure il momento è sbagliato e sono nel posto giusto?
E se fosse tutto sbagliato?
… se fosse tutto giusto?
E’ giusto sentirsi in questa strana dimensione?
Apparentemente a metà, senza radici, mossa come canna al vento, piegata ma nulla potrà spezzare. Vorrei lasciarmi andare completamente e farmi sradicare dalle forze naturali, trascinare in un letto di fiume, cullare fino a trovarmi cielo aperto sul mare!
L’aria calda del phon, mi risveglia da questo viaggio confuso.
Muove disordinatamente ciocche di capelli che raccolgo in pugni docili per addomesticarli in boccoli setosi.
Assieme ad essi, le mie mani raccolgono pensieri, ricordi e immagini.
Li annido per nasconderli agli occhi di chi non deve vedere e il mio volto subisce la sua metamorfosi sotto il decolté nudo… lascio scivolare lentamente l’accappatoio che si raccoglie informe accanto ai piedi.
Nuda sono quella donna, madre, moglie… fragile eppure forte, sincera eppure bugiarda, incerta eppure decisa… sono quella donna che non avrai.
Quella donna che nessuno ha mai avuto e mai avrà.
Perché svogliatamente ti fermi davanti al muro che ti ergo.
Perché mi sono arresa davanti al tuo egoismo.
Perché è solo il profumo del sesso che ti muove verso di me.
Mentre io voglio di più, molto di più della tua insofferenza corporale, voglio molto di più della tua ansia di mostrarmi l’uomo che sei attraverso il mio corpo.
Io voglio quello che sei DENTRO, di ciò che vuoi darmi attraverso quel tuo meraviglioso orgoglio maschile mi è completamente INDIFFERENTE!
Micol
Ti sento, sai?
L'elegante calligrafia che ti è propria, quel tratto in blu che esprime la tua esperienza mi affascina, da leggere e rileggere senza stancarsi,nonostante tutto sia in ordine fra punti esclamativi e quelli interrogativi, lasci troppi spazi bianchi che a fissarli danno un profondo senso di perdizione.
Ogni tanto apro quella pagina e guardo quelle onde davanti ai mie occhi: Ti sento sai?!
Pronuncio piano e assaporo il suono che emettono certe parole e per un istante chiudendo gli occhi le vedo alimentarsi di vita propria e mi faccio rapire.
Poesie timide, passionali, racconti di vita, qualche frase buttata lì, fra parole pratiche di azioni ordinarie sembrano venire fuori con un evidenza sfacciata che mi rende debole.
Mi senti?
Mi senti dentro, fuori, nell'aria, alle tue spalle, non puoi confondermi così e lasciare in sospeso un senso che dovrebbe considerarsi compiuto.
Dovrai emozionarmi e ancora sorprendermi, incuriosirmi, solleticare la mia fantasia, la mia femminilià.
Mostrami la tua mente.
Il corpo è solo un limite, traccia un confine senza possibilità di concessione, comandato da pulsioni che abnegano la vera bellezza di un sentimento.
Non voglio sapere se hai un passato, null'altro di te, se non che arrivi come fossi nata oggi.
Ti sento forte, tenera, insidiosa, commovente emozione che mi butta sotto gravandomi sulla testa e io non posso far altro che lasciarmi andare, fino a non emettere più respiro, affogare in questo mare di parole.
Ti sento sai? Anima che lotta e si ribella e che quieto con le note di una rapsodia.
Anima è mente e pur non mento al mio corpo il desiderio di averti ancora con lo stesso trasporto dei giorni mai dimenticati, della fantasia e dell'attesa, di un amore mai avuto e tanto bramato.
Mai dimenticherò il fondersi delle labbra con il cuore in subbuglio e gli occhi chiusi a cercare di nascondermi dentro il buio dell'intimo dolore.
Dove inizi tu? Dove finisco io? Eppure le mani che non conoscevano le strade, hanno percorso il tuo tempo e le tue rughe fino alle parole amare.
Ora che ti sento non posso fare a meno di te, ti voglio con tutta me stessa, in corsa con l'affanno del ritardo. Sei l'ultima fermata prima che il tramonto trasformi la mia pelle sotto il gelo delle notti bianche di panorami interrotti.
Ti voglio Vita, ti Voglio amore!
Anche io Ti sento, sai?
Impressionando istanti
e De-Scrivendo il tempo,
...[/effimero/]...
egli appare impercettibile,
seguendo viaggi per dimensioni
che vorrebbero rappresentarmi.
Tra gli effetti personali
[particelle infinitesimali d’affetti occultati]
MUTAMENTI
"Tutto fluisce e scorre come questo fiume, senza sosta, giorno e notte"
Confucio
Cerchio diviso a metà
in luce e oscurità
legge degli opposti
ciclici poteri intrusivi
(t'ai chi).
L'Oracolo
esplica dei fatti il sincronismo,
emette sentenza l'esagramma:
(sarà) Il Procedere (Lu)
Sopra è il cielo (Ch'ien)
Sotto è il lago (Tui)
Il creativo e il sereno
senza alcuna presunzione,
il superiore
e l'inferiore si fonderanno
e nell'attesa dei mutamenti
sospese in fragranza d'incenso,
tre monete d'argento
danzano aeree
richiamando a sè
stagioni arcaiche e misteriose
prima della trasformazione
in semi sulla terra.
Ora seduta sulla riva del fiume
rivolgerò il mio sguardo all'infinito.
Micol
QUESTA MATTINA---
... stavo in cucina con un senso di nausea, erano da poco trascorse le 6.00 i miei occhi non riuscivano a concentrarsi sugli oggetti e la tv mi infastidiva.
Un leggero pulsare le tempie e quel retrogusto indefinibile, misto di tequila e troppe sigarette mi hanno fatto arricciare il naso davanti al mio fedele capuccino.
Ho solo tre ore di sonno.
Maledetto pc. Ieri notte mi sono connessa col pensiero della serie: " Mah! vediamo se c'è qualche novità e poi presto a nanna"! e mi sono trovata seduta nel wc che il display del cellulare segnava le 02.53.
Credo anche di aver perso i sensi, seduta in attesa di fare pipì, perchè ancora ricordo di aver riaperto gli occhi e segnavano le 02.58.
Cmq è lì che ho fumato la mia ultima sigaretta prima di lavarmi da diligente bambina i denti, struccata delle tracce oramai inesistenti del trucco sulla faccia e via sotto il confortevole abbraccio del piumoncino.
Il russare sommesso di mio marito mi ha cullata verso i sogni.
Questa mattina la suoneria del cellulare somigliava ad una musica proveniente dalla nebbia dei sogni.
Lui si è espresso dolcemente girandosi dalla mia parte e con la voce ancora impastata di sonno ho sentito che diceva: "Spegni quel cazzo di telefonino!"
Eh già! ho sposato un duro!
Inutile pensarci su era suonata l'ora del dovere! ci si alza... dopo due tentativi di ritornare nel mondo dei sogni, decido di scendere dal letto... il pavimento è freddo, cerco le mie infradito nere perchè mi riparino dal contatto.
Allora, dicevo che stavo in cucina, già: aspettavo che si liberasse il bagno (unico bagno in casa per quattro è davvero impensabile ma questo è il dato di fatto), e guardavo fuori dalla finestra.
Un pallido Sole e una luna sfocata sembravano salutarsi dandosi il cambio turno: "ciao collega... tutto a posto?" e la Luna risponde al sole: "Nottataccia!"
Sì ha piovuto, le macchine e le strade ancora ne danno testimonianza e la temperatura è calata, il mio pigiamino di cotone sembra troppo leggero all'umidità mattutina, cerco una felpa che oggi vesto tre misure più larga, mi ci sono affezionata e la uso in casa.
E' nera, all'altezza del petto sorride timido un angioletto biondo con i jeans, questo sul davanti, il retro è l'angioletto di schiena che ha la coda da diavoletto che esce dai jeans e fra i boccoli biondi spuntano due cornini rossi. Mi fa impazzire! Mi rappresenta!!!
Preparo gli zaini per i bimbi che partiranno di lì a poche ore per la gita scolastica. L'odore dell'ungherese affettato e della maionese che uso per imbottire i tramezzini mi sconvolge la bocca dello stomaco.
Infilo poco altro, tutto negli zaini e mi dirigo nella loro stanzetta.
Piano piano tiro su il nastro della tapparella per sollevarla al giorno, vado ad accarezzarli ed esclamo: "Bimbi!!! Oggi si parte in gita! Non potete fare tardi" ... tutto tace nemmeno si muovono, allora vado su col tono di voce e divento perentoria come la Signora Marge Simpson : "BAMBINI!!! E' VOSTRA MADRE CHE VI PARLA: SVEGLIAAAA!!!!"
Mio figlio si copre fino alla testa con il pile e bofonchia:" Oh! Màaaa...!!! e si gira di fianco!
La piccola sembra non svegliarsi dal coma soporifero dei suoi sogni, non si muove, quasi sembra respirare appena, ha il dito in bocca e io comincio con lei un gioco di quand'era piccina.
Le sfilo lentamente il pollice dalla bocca e lei comincia a seguirlo e a succhiare più veloce, mi fa morire dal ridere!
Poi dice irritata:" Lasciami ancora un minutino!" ... Mi viene spontaneo abbracciarla forte e poi scompiglio la frangetta scura di mio figlio e lui si arrabbia, ma finalmente è sveglio.
Suona il citofono: è la baby sitter. Suona il mio cell. (non rispondo) arriva sms (risponderò dopo).
Che trafficoooo!!! E sono appena le 7.00! aaarrggghhh!
Finalmente si libera il bagno ed esce in una nuvola di profumo doccia schiuma al sandalo "Richard Gere", lo chiamo così quando voglio prenderlo in giro (per via dei capelli)...indossa una camicia in lino bianca sopra i blue jeans e giacca in lino blu petrolio... mmmhhh! Amore sei una promessa!...
Ora il bagno E' MIOOO...via sotto una doccia veloce, ed esco ancora umida in accappatoio, lui è lì che si blocca con la mano sospesa sulla maniglia della porta d'ingresso, fa marcia indietro e si avvicina con fare sornione e mi segue in camera.
Sto al gioco, m'insegue e allora mi faccio scudo chiudendo la portadietro me, tanto so che lui spingerà contrastando la mia forza ed entrerà.
I suoi occhi diventano di un verde più intenso e lucido quando mi desidera.
Oddio! devo mettere al guinzaglio gli ormoni o non arriveremo più in ufficio.
Il bacio che ci doniamo è da amanti, difficile dire che solo l'altro giorno abbiamo toccato i diciannove anni di vita insieme.
Dentro la camera lui chiude la porta, mi piace questa situazione imprevista, le sue mani sfiorano delicate il mio corpo e ci accordiamo come strumenti musicali sul reciproco desiderio... ma adesso proprio non è possibile, la casa è affollata e poi faremo tardi in ufficio.
Lui mi punta un dito sul mento e mi guarda dritto e dice: "Oggi non scappi!"
Non riesco a frenarmi dal ridere gioiosa!...
(a dire il vero anche per mascherare un pò la delusione, per non aver avuto la possibilità di cedere alla passione del momento).
Mi sento bella, desiderata e amata.
Sono davanti allo specchio, ho appena terminato di truccarmi con il rossetto.
Le mie labbra a cuore e lo sguardo scuro sono quasi nascosti dalla pioggia di ricci che gli cadono sopra, mentre li modello con le dita intrise di schiuma.
Un pensiero leggero ha appena il tempo di rattristare l'espressione del mio volto chiaro.
Concretizzo quel pensiero e lo guardo dritto negli occhi!
Inspiro da far allargare le narici e sotto un ghigno che ha del diabolico sussurro:
"Principe Dolore, non mi avrai!"
VAFFANCULO!
SPERANZA
Ero in volo
senza ali
nè paracadute.
Ero in volo
felice d'essere
acqua e aria.
Ora sono
in caduta libera
e muri di cielo
sfondo in continua discesa.
Mi riverso dentro
un sonno d'oblio,
sogni spezzati che
ho cucito l'uno all'altro
ma oggi mi legano
e mi bendano
non vedo altro
che il nero del nastro
che voglio vedere.
Cado senza difendermi
dentro abissi
utero_madre
in regressione devastatrice.
Ci sarà una fine a tutto questo
poi verrà una luce
la chiamerò SPERANZA
e seguirò quella luce
per rinascere al dolore
ma sarà vita,
ancora.
Micol
*Dedicata.
PENSIERI RESTITUITI
Di tutti i pensieri importanti,
in piena come torrenti,
lo scorrere impetuoso conduce,
in oscuri sotterranei cunicoli,
restituiti saranno senza vincoli,
impalpabili e trafitti di luce.
Micol
DUE PAGINE DI STORIA
Ho steso mastice
per tenere unite
due pagine di storia
- la tua e la mia –
ora
per quanto io mi pieghi
per voltare pagina,
sarà inevitabile
strapparti con dolore.
Micol
INCONSAPEVOLMENTE
Del marciapiede cammino al margine
- giorno dopo giorno -
in equilibrio sul filo di un mattino
- dipinto di tramonto -
leggera ansia batte sulla nuca
- stento a contenere -
primavera che di tepore spossa
- su percettive nari -
vola e inconsapevolmente muore
- il profumo di un ricordo -
farfalla con ali di rugiada
- che scivola via –
Micol
FIORI BIANCHI
Esplode il mandorlo in primavera fiorita
E io affogo
Dentro un raggio di tiepido sole caduto fra i rami
E sono sola
Nella visione di arcobaleni piegati in volo
E sono diamante
Tra cielo e mare tagliata in orizzonti
e poi
tutto svanisce sul sapore di troppo amore,
picchia sulle spalle in fiori bianchi,
la tristezza
Micol
Cola da lassù eccessiva luce,
che imbratta d'accesi colori
muri di cielo
e impedisce di guardare lontano
oltre il confine segnato dal ramo.
Occhi bassi
insabbiati sopra pallide dune
e il serpeggiante movimento
fra seni pieni spazzati dal vento.
Riflessi di tristezza s'attorcigliano tra i capelli
e vischiose alghe s’annodano alle caviglie,
alle mie orecchie sorde
inutili echi di conchiglie
e le labbra arse, sono lande deserte
sopra i denti che masticano il sale
di naufragate parole.
Micol
IL SILENZIO DEI SILENZI
… e c’è il silenzio dei silenzi
che uno porta in sé
come gli alberi d’inverno
dopo le foglie cadenti.
… e c’è l’attesa delle attese
che uno porta in sé
che accompagna lontano
dove si compirà il viale.
... taceranno le mie mani
che scalderanno le tue
e le mie labbra chiuse in segno
parleranno al tuo silenzio,
figlio del dolore.
Micol
(dedicata)
P E R L A
Ci sono affetti
che il destino
ha già assegnato
e mi dispiace
averti anticipato
quando sei arrivato
io ero già qualcuno
che sapeva giocare
e poi non ho saputo
insegnarti null'altro
custoditi i soldatini
in cantina
il cammino degli anni
è diventato più pesante
una lacrima ora
scende all’inverso
goccia dopo goccia
scavando
una cavità perfetta
modellando il madreperlaceo scrigno
insieme al mio amore
racchiuderò il tuo sorriso
dentro una rara conchiglia
per fartene dono domani
dedicata a Stefano
A TUTTI VOI
Non ho per la mente
libere parole
da posarsi leggere
a darvi poesia
da un pò è così
Non vado a cercarle
e loro non arrivano
a disturbarmi
nei giorni lenti
e aridi
Ma sono qui ora
solo per dirvi
che a voi il mio cuore apro
per abbracciarvi tutti
e augurarvi
BUON ANNO!
... che sia quel che sia e tutti riceviate dall'esperienza la forza per rendere migliore ogni giorno della vostra vita!
TRA LA SETA E LE ROSE
E’ un pensiero
che non nuoce
vive di se e non scuce
i fili intessuti
di colori e luce.
Tra il sorriso e il pianto
incanta col suo canto
di carezze implose
tra la seta e le rose
Micol
NINFEE
La punta non scorre, d’inchiostro si è spenta
sul calice vuoto della perduta innocenza
e i giorni imitandosi corrono ciechi,
inseguendo menzogne per sfidare la morte.
Dio! Quanto vorrei arginare lo sdegno
e lasciare che scivoli,
tra stelle rosse che forano il grigio,
in quello sguardo aperto sul mattino.
La goccia continuerà a cadere in limpida perla,
raccolta in vasi di liquidi palmi
e sullo specchio di stagno potrei svelarmi,
libera di stupore sopra il volto lunare
della grazia mesta delle ninfee in fiore.
Micol
(AUTRICE QUINTANILLA SILVA L. P. "SORTILEGIO" TECNICA ENCAUSTO 2004)
ENCAUSTO
Nella dinamica esistenziale
dell'alchemica emozionale
l'empatica rivelazione
di émpito tracima
diluirò psicogenesi dentro fusa cera
e nell'intrinseco calore trasfigurerò
rimembranza su immortale encausto
Micol
AMORE CHE SEI
(tra le mani un libro di Pablo Neruda)
Amore che sei in un altro,altre mani, altre labbra e io
così immersa nel desiderio di quelle mani, di quelle labbra,
non ho scampo così distante e perduta
che ogni giorno va cercato tra le pieghe di un vestito.
Tra i capelli s'annoda la tua voce, ferma orologi e piani,
quando il soffitto piomba addosso con tutta la forza delle travi,
sopra il silenzio che sovrasta la dolcezza che ancora invade
lo spazio breve del tuo passaggio.
Penso a te che sei piedi, un passo dopo l'altro
su marciapiedi e scale, sei la porta che si apre su una stanza
il saluto che richiama la tua presenza.
Dello specchio nella notte che muore,
a ridosso delle rosee braccia dell'alba, diventa pelle il mio pensiero
che si tende sulla tua mano, la barba sul lavandino,
l'acqua che scorre sul tuo mattino.
Amore che sei, null'altro mi concedi se non il pensiero per esserti accanto
e io sono contenta così, quando m'illudo che nascondi in un sorriso
il ricordo del mio nome, in quegli istanti il conforto mi accarezza,
quando penso d'esistere almeno, dentro il tuo respiro sereno.
Micol
IO L'HO VISTO FRA FIORI IMBEVUTI E SCOLORITI
Hai incontrato un angelo
ed eri distratto,
è comune,
non è un errore!
Capita, non fartene cruccio.
Era così etereo,
troppo da non esser visto,
chi poteva dire
di che colore avesse i capelli
e poi pioveva,
nessuno poteva davvero
testimoniare che stesse piangendo.
Fra ciottoli e cipressi,
come smarrito
fra gesti e rituali di vedove, orfani,
spose mancate e padri lacerati,
il suo passo trascinava pesante,
ma ad un tratto io l'ho visto
fra fiori imbevuti e scoloriti,
riflesso
sul vetro di fermo-immagini di vita
mentre alzava le braccia
e gridava al cielo
"sono solo un uomo"!
...ai suoi piedi, deposto aveva le ali.
Micol
NELLO SPAZIO SMARRITO DEI MIEI OCCHI
La pioggia cade da giorni e con essa il mio umore che non trova pace fra le mille domande che circolano senza sosta dentro questa testa troppo piena da far male.
Sono giorni che mi aggiro dietro il senso dei miei turbamenti, delle mie angosce e vorrei poter dare loro una fine o un fine per comprenderne la ragione.
Il mio mondo interiore è come un puzzle di esperienze vissute. Ogni tessera ha un volto, un profilo che le identifica, ma spesso non sembra completare l'immagine o manca di qualche piccolo tratto che caratterizzi quel preciso momento.
Così giorno per giorno alle tinte forti ho sostituito quelle più tenui e il ritratto è apparso sempre meno nitido, ed insieme a tanto altro, tu.
Tu che hai dato un senso alla mia vita quando sembrava che io fossi altro che non facesse parte di te, hai finito per uscire dal piano dei miei giorni reali per trasferirti nei ricordi.
Sai di che parlo, quei ricordi che pur essendo collocati in un passato prossimo, via via ti rendi conto che il remoto sembra ancora troppo vicino.
Non ho alcun rimpianto. Ho vissuto con te e per te quel che il tempo ci ha donato, ci ha resi partecipi dello stesso atomo d'aria poi ... poi…
C'è forse un seguito? a che scopo dare un seguito quando i sentimenti si sono assopiti in un sonno vecchio di secoli, a che scopo provare nostalgia o dolore quando non si ha più la percezione del passato, tanto meno del futuro?
Non ho mai parlato d'amore, fra queste mie parole, perchè oggi non so più che significato ha avuto la nostra esperienza, se non il grido soffocato delle mie sole necessità mai ascoltate.
Oggi non posso ascoltare le tue.
Non abbraccio più i tuoi bisogni da assecondare.
Desidero che a farmi compagnia sia la mia sola gioia di svegliarmi stupita e curiosa davanti ad un nuovo giorno e il mio solo tormento di superare le notti.
Non mi rimangono che poche parole da dedicarti.
Il ricordo non basta più a far mutare la cenere depositata dentro un ritorno atteso in fiamma.
Ho pensato mi desse speranza, invece alle scuse che inventavo per non ferirmi oltre, la rassegnazione ha messo radici, non ce la faccio più e chiudo tutte le porte e spengo le candele, non ho voglia di atmosfera e musica. Le tue carezze sul mio corpo stanno svanendo ad ogni colpo di spugna, e le mie labbra hanno come unico bacio quello dello stelo di un rossetto.
Ora, senza dirti addio, nell’incolore del mio cuore che tace ti restituisco alla tua vita, lasciando che tu sia presente giusto il tempo di un battito di ciglia, nello spazio smarrito dei miei occhi.
Micol
VENDEMMIA
Mani vuote attendono vendemmia
tra gli aggrovigliati tralci
dei nostri sospirati abbracci,
l’orma affonda, passaggio su zolle settembrine,
nel terreno pregno da diluvi d’incessante cielo.
Scalzata dai sandali correrò verso un solo tramonto,
sotto pergolati mesti del perduto frutto
ad ammostare con piedi vivaci liquido rubino
sollevando la gonna sopra lo specchio dei tuoi occhi.
Fermenterà il tempo dell’attesa
sulle stagioni che spogliano la vite
per accogliere, dentro letto di cristallo,
quel che fra le labbra serravo bruno acino
e mi offrirai dalle tue, calice colmo di dolce vino.
Micol
LASCIARSI ANDARE
Lasciarsi andare all'emozione, sentire freddo e poi caldo, sentire il contatto della propria pelle sull'altra.
Aderirsi, confondere gli umori e i sapori, l'imperativo è lasciarsi andare!
Andare nella percezione della dimensione dell'altro, non usare la mente ma il tatto, non usare la vista ma lo sguardo interiore e attraverso se stessi guardare l'altro.
Dove vuoi che vada? dove vuoi che ti tocchi?
Delicatezza, rispetto e attenzione.
Ho sentito una tua vena pulsare, la tua pelle rispondere, ho visto il tuo volto cambiare espressione ... è lì che devo andare, quel cm del tuo corpo ha in se la fibra del piacere e allora ti accarezzo, ti irrigidisci e sorridi, sfioro con le labbra e poi poso un leggero bacio e poi un altro più sensuale.
Ancora non ti conosco, ridicolo pensarlo dopo quasi diciotto anni... ogni volta scopro qualcosa che ti fa rabbrividire di piacere, una mia carezza ti toglie il respiro, un'altra ti accellera il battito del cuore e io ascolto, annuso, percepisco... provo ad amarti.
Anche il tuo odore cambia e più scendo dove tu preferisci e più il dolce si mescola con l'aspro e poi ancora il contrario e non mi basta più annusare voglio anche gustare e lo so che ti faresti torturare dolcemente per ore in quel modo così intimo, ma l'urgenza impone una distrazione.
Sorridiamo e giochiamo, parliamo sottovoce guardandoci negli occhi e tu mi appari forte e debole insieme, so quello che posso fare di te e te ne vai chiudendo gli occhi e non mi guardi più, ma io ti osservo mentre sei dentro di me.
Ora stringi forte le palpebre, sembri disperato in quel sussurro che capisco al primo fiato ma che ti prego di ripronunciare perchè sta lì il mio stordimento, in quella tua domanda: perchè ti amo così tanto?
e mi lascio andare...vado via...
e non ti rispondo...
ti risponderà il mio corpo sostituendosi alla mia voce...
non potrei parlare mentre il mare mi sale dentro da non poterlo contenere.
In un istante è confusione e lacerazione, non sono più io perchè sono in te e tu non sei più tu perchè sei in me e ci stringiamo più forte da farci male, da soffocarci dentro baci rapaci.
Bocche assetate, capelli spettinati, confusione temporale... mi lascio trasportare dove tu vuoi condurmi... lasciati andare e fatti accompagnare dentro questo amore... vissuto in sincronismo perfetto insieme.
Insieme io e te.
Micol
DENTRO L'AMORE
Si baciarono,
Sogno e Realtà
sul ciglio della luna,
la luna discreta
chiuse gli occhi
e caddero giù,
giù dal cielo
a piedi uniti
dentro l'amore.
Micol
...sotto un sigaro cubano!
Perdonate se pubblico qui la poesia di un "insolito" poeta.
Umida di mancamenti
una sottana
interni convulsi e cosce
sbocciate di enigmi di offerte
di sintagmi storditi
e le condotte deviate dei
condotti traboccanti di tutto
e di nulla
viluppi della carne e una culla
a scorticare il giorno la notte e
l'altre cose.
(da ULTIMO MARE MANNI EDITORE 1989)
-ANTOLOGIA RACCOLTA DELLE POESIE DI NICHI VENDOLA-
Nichi Vendola, parlamentare di sinistra, Presidente della Regione Puglia, laureato in Lettere e Filosofia, oltre all'impegno politico coltiva la passione per la filosofia e la poesia.
Nel 1989 pubblica con Adelfi, Manni Editore, una Raccolta Antologica delle sue Poesie, intitolandola ULTIMO MARE.