domenica 21 giugno 2009

Senza titolo 5

 


NELLO SPAZIO SMARRITO DEI MIEI OCCHI


La pioggia cade da giorni e con essa il mio umore che non trova pace fra le mille domande che circolano senza sosta dentro questa testa troppo piena da far male.
Sono giorni che mi aggiro dietro il senso dei miei turbamenti, delle mie angosce e vorrei poter dare loro una fine o un fine per comprenderne la ragione.
Il mio mondo interiore è come un puzzle di esperienze vissute. Ogni tessera ha un volto, un profilo che le identifica, ma spesso non sembra completare l'immagine o manca di qualche piccolo tratto che caratterizzi quel preciso momento.
Così giorno per giorno alle tinte forti ho sostituito quelle più tenui e il ritratto è apparso sempre meno nitido, ed insieme a tanto altro, tu.
Tu che hai dato un senso alla mia vita quando sembrava che io fossi altro che non facesse parte di te, hai finito per uscire dal piano dei miei giorni reali per trasferirti nei ricordi.
Sai di che parlo, quei ricordi che pur essendo collocati in un passato prossimo, via via ti rendi conto che il remoto sembra ancora troppo vicino.
Non ho alcun rimpianto. Ho vissuto con te e per te quel che il tempo ci ha donato, ci ha resi partecipi dello stesso atomo d'aria poi ... poi…
C'è forse un seguito? a che scopo dare un seguito quando i sentimenti si sono assopiti in un sonno vecchio di secoli, a che scopo provare nostalgia o dolore quando non si ha più la percezione del passato, tanto meno del futuro?
Non ho mai parlato d'amore, fra queste mie parole, perchè oggi non so più che significato ha avuto la nostra esperienza, se non il grido soffocato delle mie sole necessità mai ascoltate.
Oggi non posso ascoltare le tue.
Non abbraccio più i tuoi bisogni da assecondare.
Desidero che a farmi compagnia sia la mia sola gioia di svegliarmi stupita e curiosa davanti ad un nuovo giorno e il mio solo tormento di superare le notti.

Non mi rimangono che poche parole da dedicarti.
Il ricordo non basta più a far mutare la cenere depositata dentro un ritorno atteso in fiamma.
Ho pensato mi desse speranza, invece alle scuse che inventavo per non ferirmi oltre, la rassegnazione ha messo radici, non ce la faccio più e chiudo tutte le porte e spengo le candele, non ho voglia di atmosfera e musica. Le tue carezze sul mio corpo stanno svanendo ad ogni colpo di spugna, e le mie labbra hanno come unico bacio quello dello stelo di un rossetto.
Ora, senza dirti addio, nell’incolore del mio cuore che tace ti restituisco alla tua vita, lasciando che tu sia presente giusto il tempo di un battito di ciglia, nello spazio smarrito dei miei occhi.

Micol


1 commento:

MicolPoesia ha detto...

28 Oct 2006 : 08:02:48 da Legend


Ehi piccola! Che bel modo che hai trovato per dare un addio!

Soprattutto molto sofferto.

Beh, cosa posso dire, nulla, se non che è una pagina di estrema bravura!


28 Oct 2006 : 08:54:29 da Ce lia


Sono rimasta senza parole nel leggere questo tuo testo...

Ricordo simili tracce, che hanno fatto parte anche della mia esistenza, e ti ringrazio di averle sapute scrivere così bene e chiare.

Ce


28 Oct 2006 : 11:00:12 da sergio


Una pagina molto intensa e sinceramente sentita.

L'emozione del coinvolgimento, però, ha lasciato il segno sulla qualità della prosa, che "pecca" di un'evidente deriva poetica, con descrizioni immaginifiche che, anche se belle ed efficaci, in un testo narrativo...ci stanno strette e potrebbero inficiare il significato vero di questa "lettera aperta", che sanziona la fine di un amore.

Altrettanto dicasi della punteggiatura trascurata, che in una prosa dà ritmo ed incisività alla narrazione, come la scelta delle parole e la musicalità dei versi danno ritmo e sostanza ad una poesia.


Ciao


28 Oct 2006 : 12:08:19 da marisa


Germoglio felice

arrampica la vite

in ingenuità di vita

rispettando la madre

che respiro gli dona


Mestiere di vivere

che sperimenta

attraverso le asprezze

di altra madre

superando gli ostacoli


Conosce la pazzia

nel momento del passaggio

e nella contraddizione d'esistere

di creatura viva

che a malapena respira


...questa la dedico a te con un sorriso per riaccendere una candela...:)M


28 Oct 2006 : 12:39:48 da Nefer Labella


_leggerti triste, mi fa male.

ma leggere una bellissima pagina mi piace.

Oltre tutto molte cose scritte le prendo per me.

Un abbraccio dolcissima donna

(se qualcuno dirà che nel mondo virtuale, non si può voler bene a nessuno, si sbaglia di grosso)

Ti voglio bene

Nefer


28 Oct 2006 : 12:58:02 da Micol


X Sergio: ho molto da imparare per quanto riguarda scrivere racconti. Hai ragione e cercherò di seguire i tuoi consigli.


x Marisa: Grazie Donna-Amica mia (Donna-Amante mia era un'altra cosa)


X Legend: ogni volta che mi chiami Piccola mi si allarga un sorriso!


X Cè: abbiamo una sensibilità oltremisura, per questo troppo attente ad ogni vibrazione.


X Nefer: volersi bene, abbattendo i confini anche del virtuale è da animi nobili: noi lo siamo!


A tutti un abbraccio! Mic


28 Oct 2006 : 14:29:48 da caribù


Ehi Mic....ehi Mic, voglio anch'io un abbraccio.

Hai visto come stà bene quella frase in chiusura di questo malinconico ma bellissimo racconto?

P.S. Se non dovessero arrivare tutti consensi,(cosa impossibile) tu rispondi FANTASTICO!!


28 Oct 2006 : 15:37:17 da Micol


Ehi Caribù... ecche pensavi non ci sarebbe stato un abbraccio anche per te? eccolo!!!


Sì, ci sta proprio bene quella frase in chiusura!

abbracciOne


P.S.per il resto posso solo aggiungere ... FANTASTICO!


28 Oct 2006 : 17:18:14 da pecco


Il dolore della consapevolezza che parte dal cuore prima che dalla mente non è mai solo dolore.

E' amore prigioniero che grida il suo desiderio di libertà, perché l'anima non si ritrovi dissanguata.

Sono certo comunque che il percorso interiore più sofferto sia quello che dia i frutti più rigogliosi, anche se l'apparenza sembra altro.

Davvero molto meglio sfrondare il velo di Maya che ignorarlo, consciamente o inconsciamente.

Secondo me la tua vita emotiva e relazionale ti regalerà ancora tantissime soddisfazioni, quelle che d'altronde meriti.